Politica

Decreti Sicurezza, il M5s prende tempo. Crimi: "Manteniamo i patti, ma..."

di Paola Alagia

Il capo politico Cinque stelle ad Affari: "E’ un decreto, spetta al Cdm valutare se soddisfa i criteri di necessità e urgenza”

I decreti Sicurezza approderanno al prossimo Consiglio dei ministri. Lo ha annunciato questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Quindi, lunedì sera, quando è convocata la riunione del Cdm, i nodi sul tema verranno al pettine. Anche se, in realtà, già a luglio un accordo di massima tra gli alleati di governo era stato raggiunto e nei giorni scorsi i capi delegazione dei partiti di maggioranza si erano trovati d’accordo per approvare le modifiche. Le posizioni nella coalizione, però, non collimano. Uno degli scogli da superare rimane per esempio quello del reinserimento della protezione umanitaria, aspetto sul quale dal Movimento cinque stelle arrivano le maggiori resistenze. Dal canto suo, forte anche dei risultati elettorali incassati, il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, spinge da giorni sull’acceleratore e chiede il rispetto dei patti al principale alleato di governo.

Proprio sulla questione, Affaritaliani.it ha interpellato il capo politico del M5s e viceministro dell’Interno, Vito Crimi, che ha assicurato: “Sui decreti Sicurezza avevamo preso l'impegno di migliorarli, e lo faremo, manteniamo gli impegni. C'è stato un grande lavoro fatto dalla ministra Lamorgese con un tavolo di lavoro parlamentare di maggioranza. Questo tavolo ha elaborato un buon testo che contempera le esigenze di una gestione dell’accoglienza con la sicurezza”. Crimi ha anche precisato, però: “Il testo è sottoposto adesso all’attenzione del Consiglio dei ministri, che dovrà valutarne modalità e tempi per l’emissione del decreto”. Non senza aggiungere: “Ricordo che un decreto, in quanto tale, deve soddisfare le esigenze di necessità e urgenza ed è ciò che deve valutare il Cdm in ogni parte del testo, al di là della bontà dei contenuti”. Su un punto, poi, il capo politico M5s è stato chiaro: “E’ importante che non si veicoli, nei paesi del Nord Africa, un segnale errato di confini aperti o di permessi facili, niente di tutto questo - ha rimarcato - è contenuto nel testo in esame, che mantiene una impostazione di rigore nei confronti di chi non ha diritto a entrare in Italia”.

Lunedì sera le carte saranno in tavola e, quindi, si comprenderà in che direzione andranno le modifiche ai decreti Salvini. Se l’ago della bilancia, dunque, penderà più verso un cambio radicale d’impostazione rispetto a quelli che Zingaretti ha bollato come “decreti paura” che poco hanno a che fare con la sicurezza degli italiani, oppure verso interventi mirati, più chirurgici, nel solco delle osservazioni fatte dal Capo dello Stato.