Politica
Di Battista contro Salvini e Di Maio, nel M5S lo accusano: ci usi per i soldi
Di Battista nel libro "Politicamente scorretto" accusa Salvini: "Inaffidabile e schiavo del potere". Di Maio? "Non abbiamo più un sogno, basta essere complici"
Di Battista contro Salvini e Di Maio. Nel M5s è rivolta per il libro “Politicamente scorretto”
E' rivolta nel M5S per le 126 paginette di agile "pamphlet" di Alessandro Di Battista, che ha appena pubblicato il libro "Politicamente scorretto". L’ex Subcomandante, indeciso se andare al fronte o restare nelle retrovie, ha pensato bene di minare dalle fondamenta l’esecutivo. Perché, scrive nelle ultime righe, se continuano "gli squallidi giochi di potere", il Movimento deve fare il Movimento: "«Un conto è fare un patto di governo, un altro è essere complici".
L’esternazione di Di Battista, come riporta Il Corriere della Sera, viene contestata nelle molte chat che viaggiano tra i parlamentari. Si racconta che l’ex deputato avesse un accordo con Loft, la piattaforma tv del Fatto, per scrivere reportage dall’India. Ma il viaggio, pluriannunciato, è saltato. «L’accordo, ci aveva detto lui stesso — racconta un deputato — doveva portargli un compenso di 20-25 mila euro al mese. E invece è saltato. Per questo se n’è uscito con questo libro. Per sfruttare l’immagine del Movimento e fare soldi». Quella del denaro è una voce ricorrente tra i parlamentari, infuriati. Si racconta nelle chat che abbia partecipato più volte alle "war room", i gabinetti di guerra di Di Maio, e in un’occasione abbia spiegato di aver bisogno di soldi e di sperare in un ruolo retribuito nel Movimento. Menzogne contro una voce scomoda? Possibile, ma in molti fanno notare che Di Battista sia sempre stato a favore di un governo con Salvini e che ora il dietrofront sia motivato da altro. Con l’aggravante di parlare da quasi esterno. "Ogni volta che c’è una responsabilità — scrive un parlamentare — si tira indietro. Gianroberto gli aveva offerto di fare il sindaco di Roma e ha detto no. Luigi di fare il candidato alle Europee e ha detto no. Vuole fare la rivoluzione, ma non si fa da casa, scrivendo libri. Si fa scendendo in piazza".