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Politica
Di Pietro giustizialista fuori tempo

 

Partiamo dalla cronaca.
E' di qualche ora fa la notizia che il direttore di TeleJato, Pino Maniaci, è indagato per estorsione ai danni di due sindaci; in pratica utilizzava la sua Tv  -questa l'accusa- per ottenere denari e/o favori, tra cui un posto per l'amante in comune.
Da anni Maniaci è il simbolo vivente dell'antimafia militante, il cui sospetto agire, fu segnalato già da un grande  intellettuale come Leonardo Sciascia molti anni fa.
Maniaci fa parte di quella schiera di giustizialisti che vedono il mondo in bianco e nero: loro sono nel bene gli latri nel male salvo poi, a volte, scoprire che la collocazione è esattamente all'opposto.
Diverte anche vedere che sul nuovo idolo oracolare della conoscenza mondiale, Wikipedia, il collegamento ad un articolo "Siamo tutti Pino Maniaci" è improvvisamente scomparso dal web.
Di Pietro fu uno dei primi ad esprimere solidarietà al baffuto direttore siciliano
http://livesicilia.it/2009/03/31/di-pietro-sto-con-pino-maniaci_3480/
nonostante ci fossero già inquietanti sospetti sul suo precedente operato:
http://www.lurlo.info/it/telejato-pesanti-ombre-sul-passato-di-pino-maniaci/
Ovviamente l'ex PM non c'entra niente con maniaci dal punto di vista delle inchieste in corso tuttavia il suo passato endorsement è tipico di una cultura giacobina che non fa più affidamento sulla ragione ma solo sull'ira iconoclasta che è già violazione della civiltà giuridica.
Antonio Di Pietro ha svolto il ruolo principale nell'inchiesta su Mani Pulite nel 1992; allora, come adesso, l'Italia aveva bisogno di pulizia e si vide in lui il cavaliere senza macchia e senza paura che avrebbe rimesso tutto a posto.
Purtroppo così non è stato.
Anzi, per un paradosso storico, proprio l'azione di Di Pietro ha portato alla fine a selezionare ceppi di criminalità amministrativa ancor più resistenti dei precedenti.
Ieri Di Pietro, in una intervista, è tornato PM, come 25 anni fa e ha tuonato contro la politica incapace di porre argine al dilagare della corruzione.
https://www.affaritaliani.it/cronache/lodi-di-pietro-renzi-pd-giustizia-420374.html

Leggendo queste parole non si può che sorridere pensando che proprio Di Pietro ha abbandonato la magistratura per dedicarsi alla politica ma, come spesso accade, per l'eterogenesi dei fini, ha imbarcato nel suo partito  una serie di personaggi che poi hanno avuto guai seri con la giustizia come Sergio De Gregorio o Vincenzo Maruccio per citare i primi che vengono in mente.
Antonio Di Pietro ha commesso poi errori strategici irrecuperabili, come l' alleanza assolutamente fallimentare con  personaggi come Antonio Ingroia che facevano della rivoluzione (da salotto) la loro prima ragione di esistenza.
Il fallimento  dell'esperienza di Italia dei Valori è dovuta proprio a questa scostante ubris o tracotanza di Di Pietro che ha aperto, oltretutto, una sterminata prateria elettorale a forze politiche come quella di Grillo che hanno ereditato in toto (compresi  i giornalisti, tipo Travaglio) l'eredità dell' ex censore di Montenero di Bisaccia.
Quale è l'insegnamento da trarre da tutto questo?
Forse la massima di Pietro Nenni va bene allo scopo: "C'è sempre un puro più puro di te che ti epura"…

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di pietro





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