Politica
Dl migranti, via libera dal Senato. Meloni ferma il blitz della Lega
Tensione nella maggioranza sul decreto Cutro: la maggioranza modifica un suo emendamento sulla protezione speciale
Dl migranti: via libera del Senato, ora passa alla Camera
Via libera dal Senato al decreto con le misure sui flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare. I voti a favore sono stati 92, i contrari 64, nessun astenuto. Il provvedimento, varato dal Consiglio dei ministri riunitosi a Cutro nei giorni successivi al drammatico naufragio di una barca di migranti, ora passa alla Camera dove dovrà essere convertito in legge entro il 9 maggio.
L’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato diversi emendamenti, tra cui alcuni dell'Esecutivo. Tra gli altri, è stato approvato un emendamento di maggioranza, non senza qualche tensione al suo interno, con una stretta sulla protezione speciale. Dopo una riformulazione chiesta dai presentatori in Aula, sono stati fatti salvi gli obblighi internazionali.
Reintrodotto, anche con l'intervento di Palazzo Chigi, il riferimento al rispetto dei trattati internazionali
Tensione nella maggioranza sul decreto Cutro. Alla fine di una giornata convulsa, l'emendamento sulla stretta alla protezione speciale per i rifugiati - che era stato prima riformulato e poi accantonato - è stato approvato al Senato dopo una nuova modifica del testo. Reintrodotto, anche con l'intervento di Palazzo Chigi, il riferimento al rispetto dei trattati internazionali a cui l'Italia è obbligata che la Lega aveva fatto eliminare. Evitati i rischi di incostituzionalità che avrebbero portato il presidente dell Repubblica a non firmare il provvedimento.
A quanto si racconta, la Lega avrebbe alzato la posta chiedendo, e ottenendo, di eliminare nell'emendamento sulla protezione speciale qualsiasi riferimento ai trattati internazionali che sovrintendono a questa misura. Un dato che ha alzato la tensione, mai sopita, con il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. E messo in allarme il governo dopo le interlocuzioni dei giorni scorsi a livello di uffici tra palazzo Chigi e Quirinale anche sulla necessità di non eliminare i riferimenti ai trattati internazionali che il nostro Paese ha firmato in materia per evitare i rischi di incostituzionalità delle nuove misure che porterebbero il capo dello stato - si spiega sempre in ambienti parlamentari - a non firmare il nuovo provvedimento.