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Politica
Dopo-elezioni, ora la sfida è costruire il centro: decisivo per la vittoria

“La Meloni ora è padrona del suo destino, ha di fronte a sé due vie, una è quella di arroccarsi sulle idee sovraniste e populiste, che ha dimostrato di essere perdente la seconda e creare con il suo partito una calamita per tutte le anime conservatrici che ancora adesso rappresentano la maggioranza del paese”, dice un senatore di Forza Italia. Resterebbe la grande incognita Matteo Salvini, che è quello forse rimasto maggiormente scottato dal voto, per la sua posizione assai scomoda nel governo Draghi. Anche se paradossalmente forse la sua leadership all’interno della Lega esce ammaccata ma del tutto sconfitta da questa debacle del voto amministrativo. Questo perché anche i suoi presunti rivali nella Lega, Giorgetti e Zaia hanno registrato pesanti sconfitte dei loro candidati, a Varese, Torino e a Conegliano Veneto.

E il fatto che Giorgetti proprio da Torino a fianco al suo candidato Damilano, uscito pesantemente sconfitto da Lorusso, abbia parlato di sbaglio nella scelta dei candidati, lo pone per forza di cose sul banco degli imputati come e forse più del suo segretario. Ma il ruolo di fedele alleato di Draghi pone Salvini in una posizione di chiara debolezza nei confronti della Meloni da un lato e di Letta e Renzi dall’altro. Il suo ingresso nel governo per uno come lui è sicuramente più dannoso di quello che può essere per Letta.

La stessa leader di Fratelli d’Italia, potrebbe e dovrebbe cambiare forse leggermente strategia, come consigliato anche dal fido Crosetto, non più rafforzare solo il proprio partito ormai stabilmente primo partito italiano, ma guardare ad una sorta di Ecr italiano, che possa raccogliere tutte le forze conservatrici rimaste orfane in Forza Italia, Lega ma che in cinque stelle ed Italia viva. Un ipotetico centro sarebbe a questo punto pericoloso per Letta e il Pd perché rappresenterebbe un approdo più naturale per le forze che vorrebbe riunire.

Ecco allora che la vittoria delle amministrative potrebbe anche diventare nel tempo un vittoria di Pirro per il Pd e il suo segretario, che adesso sembrano ringalluzziti dall’esito e potrebbero essere tentati anche dal colpo di mano di votare Draghi e provare l’ebbrezza del voto anticipato. Ma si sa spesso gli azzardi in politica, come dimostrato recentemente anche dalla crisi al buio aperta da Salvini nell'ormai celebre estate del Papeete, possono riservare sorprese amarissime.

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