Politica

Draghi tira dritto sulla Giustizia: accordo o scontro in Aula. Ansia nel M5S

Di Alberto Maggi

Governo, il nodo Giustizia agita la maggioranza. Il dietro le quinte

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha incontrato in via Arenula i capigruppo di maggioranza in commissione alla Camera sulla riforma del processo penale. Si tratta e si continua a trattare. Secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti di maggioranza, il presidente del Consiglio Mario Draghi non ha alcuna intenzione di rimandare la riforma a settembre. "Non se ne parla nemmeno", spiegano fonti vicine al premier. Il dialogo è aperto, ma l'ex numero uno della Bce va avanti come un treno. L'ipotesi di compromesso prevede un maxi subemendamento al testo licenziato dal Consiglio dei ministri, che comprenda le principali modifiche portate avanti dai partiti della maggioranza, entro venerdì o al massimo lunedì prossimo, in modo tale che si possa andare in aula a Montecitorio nel più breve tempo possibile e approvare, con la fiducia sul governo, il provvedimento.

Ma, spiegano sempre fonti qualificate, qualora non ci fosse un accordo si andrebbe avanti comunque con i 400 emendamenti presentati in commissione. A quel punto si andrebbe in aula a Montecitorio solamente nella settimana che porta a Ferragosto, spostando così in avanti le vacanze estive dei deputati, con un testo non condiviso da tutti i partiti. Il Pd è sicuramente la forza politica che ha meno da perdere, le sue proposte tecniche sono già state accolte e quindi attende solo l'ok. Forza Italia è delusa e amareggiata per il no all'allargamento del perimetro della riforma all'abolizione dell'abuso d'ufficio ma garantisce lealtà al premier, la Lega - come ha spiegato Matteo Salvini durante l'incontro a Palazzo Chigi con Draghi - resta ferma al testo licenziato dal Cdm, più che altro per bloccare il blitz del M5S.

Il problema vero restano i grillini e, non a caso, Giuseppe Conte si è ormai trasferito quotidianamente alla Camera e continua a incontrare i suoi per arginare la possibile fronda. I ministri pentastellati, da Luigi Di Maio a Stefano Patuanelli, pressano per accettare la mediazione di Draghi, ma Conte deve tener Conte del malessere interno e vuole scongiurare a tutti i costi un'altra dolorosa scissione. Come ha spiegato il presidente del Consiglio oggi al leader della Lega, però, la riforma va votata dalla Camera entro la pausa estiva. Punto. Con o senza accordo. Ecco perché le riunioni si moltiplicano e sforzi pure. Tutto per evitare di rovinare l'inizio delle ferie dei deputati e per scongiurare un'altra spaccatura nel M5S.