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Politica
Elezioni 2018 Pd ansia debacle. 5 Stelle, preoccupazione per il voto al Nord


Elezioni 2018 sondaggi: da sabato 17 febbraio è vietata per legge la pubblicazione di sondaggi elettorali e sentiment sulle elezioni politiche 2018 del 4 marzo
 

Affaritaliani.it lancia i feeling sulle elezioni 2018. Nessun valore statistico, nessun sondaggio, ma le sensazioni che si respirano nelle sedi dei principali partiti politici sul voto politico del 4 marzo. Aggiornamenti continui fino alla chiusura delle urne, prevista per domenica 4 marzo alle ore 23.
 

Elezioni 2018. Nel Centrodestra sono sicuri di poter raggiungere la maggioranza assoluta in termini di seggi in Parlamento. I numeri - dicono in Forza Italia - ci sarebbero già per poter governare almeno a Palazzo Madama (si parla di circa 160 parlamentari) mentre alla Camera la soglia sarebbe vicinissima (attualmente la coalizione sarebbe intorno a 310-312 deputati). In molti collegi in bilico il Centrodestra sarebbe leggermente avanti (2-3 punti) sia sui 5 Stelle sia sul Centrosinistra. Forza Italia teme che il Carroccio sia sottostimato nei sondaggi pre black-out e non escludono il sorpasso. FI molto forte soprattutto in Sicilia, dicono, ma al Nord e al Centro subirebbe la forte concorrenza leghista. In Via Bellerio fanno notare che se si mettono insieme i dati regionali, sempre considerando i numeri usciti primi del black-out, la media nazionale risulta almeno del 17-18% con la possibilità, non remota, di un sorprendente 20%. Il Carroccio è sicuro di arrivare oltre il 30% in Veneto e di essere il primo partito in Lombardia. Ottimismo anche in Piemonte e soprattutto in Liguaria, comunque davanti a Forza Italia, così come in Friuli Venezia Giulia. Buone attese anche dalle Regioni rosse dove l'obiettivo non dichiarato è quello di un 15% in Emilia Romagna e di un 13% in Toscana, Marche e Umbria. Nel Lazio i leghisti sperano di avvicinarsi al 10% così come in alcune aree del Mezzogiorno come la Puglia e la Sicilia. Voci in Via Bellerio parlano poi di un 5-6%, sempre come obiettivo, non si tratta di sondaggi, in Campania e in Calabria. Bene anche il feeling in Sardegna. Fratelli d'Italia ha come obiettivo almeno il 5% e punta ad essere tranquillamente la terza forza della coalizione. Fdi ottimista nel Lazio e al Sud mentre al Nord il timore è quello di non andare oltre il 2-3%. Noiconl'Italia-Udc spera di raggiungere la soglia del 3% per avere seggi anche nel proporzionale anche se la partita al momento è molto aperta.

Elezioni 2018. Nel Partito Democratico cresce la preoccupazione in vista del 4 marzo. Il timore è quello di un risultato molto deludente e la speranza è quella quantomeno di restare sopra il 20-21%. Nel Pd la preoccupazione è forte soprattutto al Sud. Ansia per possibili risultati nettamente sotto il 20% in Sicilia e in Sardegna. Difficoltà si segnalano anche in Campania e in Puglia. Al Centro e nelle Regioni rosse il Pd teme di subire un netto calo. Toscana ed Emilia Romagna restano le roccaforti di Renzi ma le percentuali del 40% sembrano ormai un ricordo. La paura è quella di subire una sconfitta netta soprattutto nelle Marche dopo i fatti di Macerata. Al Nord la preoccupazione nel Pd è ancora più elevata. Veneto, l'impressione è quella di restare sotto il 20% con la Lega molto avanti ma il timore è quello di arrivare in seconda posizione anche in Lombardia e in Liguria. Leggermente meglio in Piemonte ma senza ripetere i risultati discreti del 2013. In termini di collegi il Pd è sicuro di vincerne solo 20-25 tra Camera e Senato e in moltissimi in bilico partirebbe da sfavorito. C'è poi il timore che +Europa superi il 3% sottraendo così seggi al Pd nel proporzionale, mentre l'idea sulle alle altre due liste della coalizione di Centrosinistra (Insieme-Civica Popolare della Lorenzin) è quella di un dato intorno all'1%.

Elezioni 2018. Nel Movimento 5 Stelle si fanno i conti con le polemiche legate alla bufera di Rimborsopoli. Luigi Di Maio ha parlato di "boomerang" per gli altri partiti, ma la preoccupazione è quella di subire una flessione il 4 marzo nelle urne. Il M5S resta convinto si risultare la prima forza politica nel proporzionale anche se l'obiettivo del 30% appare difficilmente raggiungibile. I 5 Stelle, dicono, si accontenterebbero di un 26-27% nazionale. L'impressione tra i grillini è quello di un risultato molto forte al Sud, Sicilia in testa (dove è ppossibile vincere anche alcuni collegi uninominali) e Campania ma solo in parte. Al Centro il risultato potrebbero non essere particolarmente entusiasmante ma nemmeno deludente mentre il vero timore è per il Nord. Il M5S teme di restare intorno o sotto il 20% in Veneto e in Lombardia, leggermente meglio in Piemonte.

Elezioni 2018. Liberi e Uguali aveva come obiettivo il 10%. Ora, a microfono spento, la sinistra guidata da Pietro Grasso si accontenterebbe dell'8%. L'impressione è quella di non essere riusciti a recupeare consensi tra i delusi del Pd che sono andati o nell'astensione o con i 5 Stelle. LeU sarebbe tonica in Toscana, Emilia Romagna, Marche e Umbria mentre sia al Nord sia al Sud le percentuali che si aspettano i leader della sinistra non sono particolarmente alte. Il timore è anche quello di subire la concorrenza da sinistra, non solo e non tanto da parte di Potere al Popolo ma soprattutto ad opera del Partito Comunista di Rizzo che potrebbe, dicono, ottenere risultati soddisfacenti intorno al 2%.

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