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Elezioni 2018 Pd: Boschi, Casini, Padoan: effetto banche sulle liste Pd

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Elezioni 2018 Pd, Padoan? Si mette male a Siena. Casini e Boschi, è fuga dai collegi uninominali

Elezioni 2018. Le banche sembrano proprio essere il filo conduttore delle candidature del Partito Democratico. Matteo Renzi ha annunciato di aver "proposto al ministro Pier Carlo Padoan di candidarsi in Toscana, nel collegio di Siena". Il ministro dell'Economia, secondo il segretario del Pd, "è stato un punto di riferimento in questi anni. Con lui abbiamo affrontato la questione delle grandi crisi bancarie in una dimensione molto innovativa" e abbiamo salvato "non le banche, ma migliaia e migliaia di correntisti a cominciare da quelli di Siena" di Mps. Per Renzi è necessario "rivendicare con forza che abbiamo messo in sicurezza il Paese e di farlo nella città simbolo di un grave problema bancario del passato che abbiamo risolto".

Di fatto, la scelta di piazzare Padoan a Siena - spiegano fonti dem - è motivata dalla volontà di incassare i benefici del salvataggio di Rocca Salimbeni. E chi meglio del titotale del dicastero di via XX Settembre? Proprio sul Monte dei Paschi lo scontro politico si accenderà in campagna elettorale. Matteo Salvini e il Centrodestra hanno deciso di opporre un tecnico a un tecnico. A sfidare Padoan nel collegio della Camera di Siena sarà l'economista del Carroccio Claudio Borghi Aquilini, già candidato con ottimi risultati alla presidenza della Regione Toscana. Solo un esperto di numeri, infatti, sarà in grado di ribattere punto per punto al ministro l'operazione che ha portato al salvataggio di Mps. Tanto che qualcuno nel Pd senese comincia a temere che la decisione di schierare il ministro possa addirittura diventare un boomerang per Renzi.

In tema di banche non poteva mancare il presidente della Commissione sugli istituti di credito. In attesa delle relezioni, sia quella di maggioranza che quelle di minoranza, con l'ipotesi che i lavori continuino anche nella prossima legislatura, tramonta definitivamente la candidatura di Pierferdinando Casini in un collegio uninominale a Bologna. Per il leader centrista si starebbe cercando una soluzione emiliano-romagnola che consenta di bypassare la sfida uno contro uno di collegio. Possibile una candidatura per Casini nei collegi proporzionali delle province in posizione utile. Liberi e Uguali era pronta a schierare contro l'ex presidente della Camera Vasco Errani e il timore era quello di una clamorosa sconfitta, visto che nella base del Pd ci sono forti malumori per la decisione di Renzi di imbarcare l'ex leader dell'Udc. Meglio quindi le liste bloccate del proporzionale.

E infine Maria Elena Boschi-Etruria. L'ex ministro per le Riforme, promossa a sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con Paolo Gentiloni nonostante il fallimento del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, è ormai vicinissima alla candidatura a Firenze città. “L'unica certezza ora è la candidatura di Renzi (al collegio Senato 1, ndr) tutto il resto è da vedere”, taglia corto il sindaco Dario Nardella. “Però noi a Firenze siamo pronti a qualunque tipo di sfida, anche se dovesse venire Salvini”, aggiunge il primo cittadino, stuzzicando il leader della Lega. “Magari venisse, visto che aveva detto che veniva”, aggiunge Nardella, mostrando ottimismo (nonostante i sondaggi non favorevoli al Pd ultimamente) in vista della prossima tornata elettorale: “Molti cittadini vedono le cose che facciamo concretamente, la qualità del lavoro del Pd. Saremo la locomotiva del Pd a livello nazionale per queste elezioni”. Su Boschi, che sarà candidata al proporzionale ma probabilmente in nessun collegio uninominale, regna ancora l'incertezza. Ovviamente pesa moltissimo il caso Banca Etruria e le polemiche dopo le audizioni in Commissione di Vegas e Ghizzoni. Nei giorni scorsi era stata ipotizzata una sua candidatura in trasferta in Trentino che aveva scatenato moltissime polemiche e una sorta di insurrezione della base dem di Trento. Renzi non può permettersi una sconfitta della sua pupilla e quindi l'unica soluzione sarebbe quella di blindarla a Firenze nel proporzionale. Perfino la città del leader del Pd è troppo rischiosa per schierare la Boschi nell'uninominale.