Politica
Elezioni 2018, rimborsi M5S: Di Maio e compagni figli della cultura italiana
Elezioni 2018, Luigi Di Maio l’anatema in mezzo alla sua ‘crisi situation’ provocata dai finti rimborsi di alcuni candidati M5S
Elezioni 2018, rimborsi M5S: Di Maio e compagni figli della cultura italiana
‘Più’ ci attaccate e più’ vi tornerà contro’ l’anatema di Luigi Di Maio in mezzo alla sua ‘crisi situation’ provocata dai finti rimborsi di alcuni candidati pentastellati.
Chiuso a riccio nella sua torre, foderata di onestà, il giovane leader si trincera dietro i ritornello del ‘ non accettiamo lezioni da nessuno’ e fa capire che lui non si confronterà in duelli politici con alcunché. Loro, nella maggioranza dei casi, milioni volontari li hanno rimessi in circolo. Sicuramente vero.
‘Forse i suoi avversari puzzano? come si è chiesto un Matteo Renzi, dopo aver ricevuto l’ennesimo rifiuto ad un confronto televisivo contro il duro e puro politico napoletano.
Elezioni 2018. Chi si può’ davvero scandalizzare?
Ma, aldilà del ‘cinema' che ogni giorno dobbiamo vedere, nel corso in una campagna elettorale senza esclusione di colpi e mirabolante di contenuti, chi dovrebbe davvero scandalizzarsi della rimborsopoli pentastellata?
Non certo il Pd, nemmeno Forza Italia o tantomeno la Lega, protagonisti negli anni, di ben altre vicende. La Magistratura potrebbe, su queste vicende, scrivere libri per un’intera vasta biblioteca.
Qui gli unici che dovrebbero scandalizzarsi potremmo essere noi italiani. Pensavamo di aver trovato negli uomini del Movimento pentastellato i veri alfieri dell’onestà a 360 gradi. Eppure no, ma nemmeno noi possiamo dirci fuori.
Perché’ quelli che sono lì in Parlamento ( di tutti i partiti) o quelli che ci andranno al 5 marzo li abbiamo messi e li metteremo noi con il nostro voto o con la nostra astensione.
E quest’anno gli indecisi sembrano essere il partito di maggioranza.
Elezioni 2018. Quelli in Parlamento li abbiamo messi noi.
Quindi quelli al Governo, nel bene e nel male, sono anche loro figli di una cultura tutta italiana.
Certo si dirà che in fondo le mele marce grilline sono poche. Vero.
Perché le mele marce del Pd erano tante? O quelle della Lega, con Bossi, tesoriere e figli al seguito erano tante? E quelli di Forza Italia? Nemmeno loro un esercito eppure c’erano e hanno scritto brutte pagine della politica italiana.
Poche o tante le mele guaste bastano e avanzano. Ill capitale di un politico è la sua parola verso gli elettori e verso i compagni di partito. Se questa viene meno che gli resta?
Ma tranquilli, nemmeno noi italiani che non frequentiamo Montecitorio abbiamo troppo da turarci il naso, perché quando possiamo ‘fare i furbetti’ non ci tiriamo indietro di certo.
Lo abbiamo fatto e lo facciamo tuttora. Le mele marce le abbiamo pure noi e la nostra classe politica non è altro che una pattuglia che noi abbiamo messo lì per disinteresse, per colpa o per merito.
Siamo un popolo di santi, poeti, navigatori, ma pure di evasori seriali, evasori di guadagni, di soldi, regole e procedure. E per buona parte disinteressati a tutto quello che ci circonda salvo lamentarci quando i problemi ci toccano. Non tutti certo ma la percezione è questa.
Elezioni 2018. Una giusta ricetta è leggere e informarsi
Ed allora che fare?
Non c’è cura per un virus che è tutto nostro. Però il virus si può’ tenere sotto controllo , non debellarlo del tutto. Con una semplice ricetta: leggendo e informandosi attraverso diverse fonti per capire se ci stanno prendendo in giro e soprattutto di cosa si sta parlando.
Forse con questo sforzo avremmo una più’ equilibrata capacità di giudizio e di voto.
Una mission impossible?
Chissà’, ma ci sono ancora 15 giorni e si può’ fare.