Politica

Elezioni Europee 2019, se i renziani diventano "gufi" contro Pd e Zingaretti

Marco Zonetti

I renziani di ferro pronti a non votare Pd alle Europee per non favorire il segretario dem e la Ditta che affossò "Matteo". E Renzi che fa?

Ricordate quando, in pieno governo presieduto da Matteo Renzi, quest'ultimo additava come "gufi" i suoi detrattori, arrivando perfino a dedicare loro un'edizione della Leopolda? 

Ebbene, quasi cinque anni dopo, sono i renziani a trasformarsi nei "gufi" ostili alla nuova gestione del Partito Democratico, e soprattutto al segretario Nicola Zingaretti, reo - fra le altre cose imputategli dai suoi nemici interni - di voler riprendersi nelle file del partito gli acerrimi antagonisti del loro beniamino

Mesi fa parlammo di una possibile strategia "attendista" da parte di Renzi, volta a farsi da parte durante la campagna per le Europee aspettando che Il Pd vada a schiantarsi alle urne, per poi rivendicare pubblicamente il suo 40% del 2014 e il concetto che, anche senza di lui si perde alle elezioni, e tragicamente. 

Abbandonando quelle che sono mere illazioni, l'effettiva strategia del "gufo" appollaiato sulle disgrazie altrui (in questo caso della nuova segreteria) da parte dei renziani di ferro la si evince tuttavia sui social network, e in particolar modo nei gruppi facebook dove la parola d'ordine dei seguaci di "Matteo" (quello fiorentino, ovviamente) è boicottare a tutti i costi Zingaretti e la sua linea politica tesa a riportare in auge la sciagurata "ditta" che ha affossato l'ex premier dem. Molti renziani sarebbero disposti a votare Più Europa, pur di non favorire il Pd, e altri si spingono addirittura a parteggiare per Forza Italia. Tutto fuorché dare anche solo un voto a Zingaretti. In ambito piddino non sono pochi, insomma, coloro che, per l'appunto, "gufano" contro il nuovo segretario, anche se questa crociata potrebbe finire per andare a vantaggio di Lega e M5s. 

Niente di nuovo sotto il sole, tuttavia. Il Pd, come da ormai molti anni a questa parte, ricasca nella solita dinamica delle guerre fratricide prima di consultazioni importanti. Accadde per esempio nel 2016, prima delle amministrative che videro la stravittoria dei grillini a Roma e Torino; accadde prima del referendum dello stesso anno; è avvenuto alle amministrative della primavera 2017; alle regionali siciliane di qualche mese dopo, e ovviamente prima del 4 marzo 2018. Anziché profittare del momento di debolezza dell'avversario grillino, anziché agire compatti contro l'avanzata delle forze sovraniste in Europa e di Matteo Salvini in Italia, ecco che alle prossime Europee, i dem stanno cucinandosi spontaneamente una probabile sconfitta elettorale. 

In tutto questo, Renzi non esterna, non si espone, non si sbilancia e continua a presentare il suo libro Un'Altra Strada in affollatissime e partecipatissime convention in giro per l'Italia, mentre il suo popolo di affezionati attende da lui un cenno, un segnale di fumo, un piccione viaggiatore che indichi loro l'effettiva "altra strada" da seguire (leggi: un nuovo partito tutto suo). In attesa di ciò, i fan renziani si dedicano a impallinare Zingaretti sui social, a tutto vantaggio di quelli che dovrebbero essere i loro veri avversari politici, ovvero Lega e M5s. Che, dal canto loro, senza un'opposizione degna di questo nome, finiscono per farsi opposizione a vicenda all'interno dell'Esecutivo. Una situazione a dir poco paradossale della quale non si vede una fine imminente, purtroppo per gli italiani.