Politica

Elezioni exit poll alle 15 di lunedì: Centrodestra ottimista, ultimi rumor

Elezioni regionali exit poll alle ore 15 di lunedì: ultimissime 'expecations' sull'esito delle elezioni regionali

Finalmente ci siamo. Gli italiani si stanno recando ai seggi, oggi domenica 20 settembre (7-23) fino a lunedì 21 settembre (7-15), per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Alle urne anche in sette Regioni (Valle d'Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia) e in molti Comuni da Nord a Sud per le Amministrative. Alle ore 15 di lunedì, non appena si chiuderanno i seggi e inizierà lo scrutinio delle schede, Affaritaliani.it pubblicherà i primissimi exit poll in esclusiva sulle principali sfide elettorali.

Il Centrodestra è praticamente sicuro di vincere almeno 4 a 2 e è ottimista, in modo cauto, su un possibile 5 a 1 (esclusa la Valle d'Aosta dove si vota con il sistema proporzionale). La Lega è sicura del trionfo in Veneto di Luca Zaia, che probabilmente non avrebbe nemmeno bisogno di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Il Governatore uscente, dicono i parlamentari del Carroccio, stupirà con il 7 come primo numero. Dicono. La vera sfida è quella tutta interna al Carroccio tra la Lega Salvini premier e la lista del Governatore uscente, popolarissimo in Veneto.

In Liguria le Regionali vedono candidato alla riconferma il presidente uscente Giovanni Toti, sostenuto dalla stessa coalizione di centrodestra che lo aveva portato alla vittoria nel 2015. La principale novità tra i soggetti che lo appoggiano è l'unione tra Forza Italia, Liguria Popolare (espressione locale di Noi con l'Italia) e l'associazione Polis dell'ex ministro Claudio Scajola, oggi sindaco di Imperia, in una sola lista che ambisce a rappresentare il polo moderato. Toti, che nel frattempo ha lasciato Forza Italia per fondare il movimento politico Cambiamo!, ha a supporto una lista civica chiamata "Cambiamo con Toti presidente". Fanno parte della coalizione anche Lega, Fratelli d'Italia e Udc. La Liguria è l'unica regione in cui il Centrosinistra e il Movimento 5 Stelle hanno stretto un'alleanza per supportare un candidato comune, il giornalista de Il Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa, figlio del magistrato Adriano che fu sindaco di Genova dal 1993 al 1997. Grande ottimismo nel Centrodestra che si dice convinto della vittoria netta di Toti, non delle proporzionali di Zaia in Veneto, ma senza particolari problemi. La Lega punta a essere il primo partito non solo della coalizione ma di tutta la Regione.

Ottimismo nel Centrodetra anche per l'esito del voto nelle Marche, dove il candidato unitario è Francesco Acquaroli, deputato ed ex sindaco di Potenza Picena, sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia (in lista con i Civici per le MARCHE) e dalle liste civiche "Civici con Acquaroli" e "Movimento per le MARCHE". Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, è sostenuto da una coalizione composta da Partito Democratico, "Italia Viva-Partito Socialista Italiano-Democrazia Solidale-Civici MARCHE", "MARCHE Coraggiose" (lista progressista composta da Articolo Uno, Italia in Comune e da alcuni dissidenti del M5S), "Rinasci MARCHE" (cartello elettorale che racchiude +Europa, i Verdi e i civici di Uniti per le MARCHE), "Le Nostre MARCHE e Il Centro con Mangialardi" (formazione centrista nata dall'unione tra Presenza Popolare, il movimento civico Le Nostre MARCHE e altre componenti di estrazione cristiano-democratica) e, infine, "Lista Mangialardi Presidente" (lista civica del presidente che ospita al suo interno anche alcuni candidati di Azione e del MRE). La Lega, che punta ad essere anche qui la prima forza politica, e Fratelli d'Italia sono quasi certi che non ci saranno sorprese e che le Marche passeranno a destra.

Raffaele Fitto, sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Unione di Centro-Nuovo PSI, La PUGLIA Domani, è ottimista sulla possibilità di strappare la Regione al Partito Democratico e di battere il Governatore uscente Michele Emiliano, appoggiato da ben 15 liste. Occhi puntati anche su Antonella Laricchia che corre con il Movimento 5 Stelle e PUGLIA Futura e che potrebbe - stando alle 'exepectations' - ottenere un risultato soddisfacente. Il Centrosinistra è diviso visto che Italia Viva e Azione candidano il sottosegretario Ivan Scalfarotto e anche per questo motivo nelle ultime ore si conferma la fiducia in Fratelli d'Italia e nella Lega sull'esito finale. Nessuno a destra osa dire 'è fatta', ma in molti dicono che le aspettative sono buone, se non ottime. Grande attesa per la sfida interna al Centrodestra tra Lega e FdI e anche nel proporzionale per quale partito risulterà primo in Regione.

Corsa all'ultimo voto tra Eugenio Giani e Susanna Ceccardi per la carica di presidente della Regione Toscana. Sono sette i candidati alla presidenza, ma i più accreditati sono il presidente uscente del Consiglio Regionale toscano (Pd) e l'europarlamentare della Lega. Quindi sfida a sette come cinque anni fa per la presidenza della Regione, ma con una diversa geometria nelle coalizioni: il Centrodestra corre stavolta infatti compatto. Tra i leghisti negli ultimi giorni si respira un cauto ottimismo per l'esito finale. L'impressione cè che stavolta possa finire diversamente rispetto all'Emilia Romagna, primo perché Giani non è il Governatore uscente e secondo perché la Ceccardi appare molto concreta e soprattutto ha condotto la campagna elettorale in prima persona senza che Matteo Salvini le facesse ombra. Già il fatto che la sfida sia aperta è un successo per il Centrodestra, ma nel Carroccio non nascondono che le chance di vittoria, anche se non alte, ci sono tutte.

La legge elettorale della Valle d'Aosta fissa al 42% delle preferenze la soglia minima per accedere al premio di maggioranza che consegna 21 consiglieri, sui 35 che saranno eletti. Nessuna delle 12 liste si avvicina a quella quota, sarà quindi necessario prima tessere un'ampia serie di alleanze nell'aula di piazza Deffeyes per eleggere il nuovo presidente. Di favoriti non ce ne sono, anche se la Lega, che corre da sola, dovrebbe risultare il primo partito. Matteo Salvini è stato l'unico leader nazionale a salire ad Aosta, mercoledì scorso, alla vigilia del voto, per sostenere Nicoletta Spelgatti, di nuovo candidata presidente in pectore, che in consiglio spera di arrivare con 10-12 seggi.  A questo primo blocco si dovranno aggiungere i 2-3 eletti del Centro destra Valle d'AOSTA (Forza Italia e Fratelli d'Italia) e qualcun altro, per arrivare alla fatidica soglia di 18, ovvero la maggioranza assoluta. Tra le altre liste, sotto osservazione c'e' Pour l'autonomie, dove si candida l'ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, che anche se verrà eletto non potrà sedere in consiglio per gli effetti della legge Severino, essendo stato condannato per corruzione nel 2019. Gli subentreranno gli altri candidati, ma il peso politico dell'ex esponente dell'Union Valdotaine, sara' decisivo, a differenza del suo ex partito oggi in difficoltà dopo aver governato per decenni, per le indagini che lo hanno travolto da un anno a questa parte. Pesano invece poco il Movimento 5 Stelle e il listone di centrosinistra composto da Pd, Rete civica, Europa verde, Area democratica e Possibile, un'area politica che nel 2018 non entro' nemmeno in consiglio. La partita e' aperta, ma il nuovo presidente si conoscera' solo dopo i playoff delle "consultazioni" per creare una maggioranza duratura. Se cosi' non fosse, si rischia una "sindrome spagnola" con elezioni a ripetizione senza un esito chiaro, e che le indagini della magistratura potrebbero affossare un po' alla volta. "Benvenuti in Valle d'AOSTA, il cuore delle Alpi", recita uno spot. Cuore turbolento, vien da aggiungere.