Politica

Elezioni, Governo più forte sull'asse Conte-Di Maio-Zingaretti

Flop del Cdx: Salvini ko, anche la Meloni ridimensionata

Altro che trionfo del Centrodestra e della Lega di Matteo Salvini. Tutte sbagliate le previsioni della vigilia. I risultati delle elezioni regionali segnano inequivocabilmente un rafforzamento del governo Conte e dell'alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Il successo netto di Eugenio Giani in Toscana e soprattutto quello di Michele Emiliano in Puglia sono un chiarissimo segnale a favore dell'esecutivo. Un risultato per certi versi inatteso e sorprendente, visto che fino ai rumor che giravano domenica a urne aperte le due sfide sembravano apertissime.

Non solo. Osservando il dato, deludente, dei candidati pentastellati appare chiaro che una fetta importante degli elettori grillini ha optato per il voto disgiunto, votando quindi Giani ed Emiliano. In questo modo la base del M5S e del Pd ha superato perfino i leader dei rispettivi partiti, realizzando di fatto l'alleanza elettorale nelle urne. A questi numeri va aggiunta anche la sconfitta di misura del Centrosinistra nelle Marche. A tutto questo si aggiunge la chiara affermazione del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari che vede un solo e unico vincitore: Luigi Di Maio.

Il ministro degli Esteri ci ha messo la faccia in campagna elettorale, ha avuto coraggio ed ora la sua posizione in seno al governo e soprattutto nel Movimento fondato da Beppe Grillo torna a essere di primissimo piano. Nicola Zingaretti vede allontanarsi l'ombra di Stefano Bonaccini sulla sua segreteria e anche l'ipotesi di un congresso straordinario. La scelta di schierarsi a favore del Sì al referendum è stata vincente, così come quella di porsi come argine alla deriva di destra. Anche Matteo Renzi e la sua Italia Viva possono cantare vittoria con il successo di Giani in Toscana. A questo punto il governo, che già vanta una popolarità record a favore del premier, non può che uscirne rafforzato.

Giuseppe Conte si era esposto a favore del Sì già ad agosto a La Piazza di Affaritaliani.it e ha vinto. Il presidente del Consiglio, poi, aveva auspicato un'intesa tra le forze di maggioranza, che si è realizzata nelle segrete dei seggi elettorali. Altra vittoria. D'altronde, con la pandemia da coronavirus che sta tornando a spaventare anche gli italiani, visti i disastri in giro per l'Europa, e il Recovery Plan da mettere a punto nei dettagli per non perdere i 200 miliardi di euro stanziati da Bruxelles, non sarebbe stato né utile né lungimirante mettere in difficoltà l'unico esecutivo possibile. Gli italiani lo hanno capito e hanno votato di conseguenza.

A destra, la sconfitta di Salvini, che segue il flop di Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna a gennaio, è chiara e inequivocabile. La sua leadership è in crisi per diversi motivi. In primo luogo aveva puntato tutto o quasi sulla Toscana e credeva davvero nel successo di Susanna Ceccardi. Fallimento netto, non c'è altro da dire, il messaggio di pancia delle piazze girate con un tour de force non è arrivato alla maggioranza dei cittadini.

C'è poi il Veneto, unica Regione dove vince un candidato leghista. Ma Luca Zaia è un mondo a parte, lontano della destra sovranista e anti-Ue dell'ex ministro dell'Interno. La sconfitta è perfino più pesante di quella in Toscana: la lista del Governatore ottiene infatti in media il triplo dei voti del Carrocci. Ora il segretario della Lega dovrà riflettere bene sulle prossime mosse. In crisi come oppositore del governo, nonostante gli affondi contro la ministra Lucia Azzolina sul caso scuola e contro la ministra Luciana Lamorgese sugli sbarchi di immigrati, e soprattutto in difficoltà all'interno del Carroccio con la sua leadership offuscata dall'ascesa di Zaia.

Ma se Salvini piange, la Meloni certo non ride. Con queste elezioni regionali si ferma l'ascesa della leader della destra italiana. Nelle Marche Francesco Acquaroli vince con un margine risicato sul Centrosinistra. In Puglia la debacle è tanto pesante e dolorosa quanto inattesa e sorprendente. La Meloni aveva insistito fortemente sul nome di Fitto, innescando un lunghissimo braccio di ferro proprio con Salvini iniziato addirittura prima del Covid-19.

Le aspettative della vigilia erano tutte a favore dell'europarlamentare di FdI e invece Emiliano, grazie anche al voto disgiunto di molti elettori M5S che non hanno votato Antonella Laricchia per non favorire Fitto, è riuscito ad ottenere una riconferma per certi versi clamorosa, quantomeno nelle proporzioni. Il bilancio finale di questa tornata elettorale vede dunque il governo rafforzarsi intorno all'asse Conte-Di Maio-Zingaretti e un'opposizione sovranista che esce ridimensionata e probabilmente meno coesa nelle prossime settimane.