Politica

Elezioni, la battaglia delle amministrative si gioca a Roma

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

In tutti e tre i casi il candidato di centrodestra potrebbe anche farcela. Se Roma passasse al centrodestra, con una parallela vittoria a Torino e conferma a Trieste, il risultato finale sarebbe di 3 a 3 con base di partenza di 5 a 1 per il centrosinistra. A quel punto Salvini uscirebbe dall’angolo e tornerebbe ad essere il punto gravitazionale della coalizione, magari spostandosi al centro – prima che quello spazio lo occupino Berlusconi e Renzi - in vista delle elezioni politiche, da non escludere già nel 2022. Sono solo ipotesi. Tutte le elezioni presentano delle incognite, anche dove il risultato sembra scontato, ed è questo in fondo  il bello della democrazia.

Nodo elezioni suppletive alla Camera. Nel collegio uninominale di Roma il centrodestra corre unito con un unico listone a sostegno di Pasquale Calzetta, funzionario del ministero della giustizia, mentre il centrosinistra esprime il giovane segretario del Pd romano Andrea Casu, sostenuto dal solo simbolo Dem ma politicamente anche dal M5S. L’incognita Luca Palamara – che corre con una sua lista civica – potrebbe presentare delle sorprese, non è escluso infatti che possa togliere voti tanto al centrodestra quanto al centrosinistra. Nel collegio di Siena parte invece favoritissimo il centrosinistra, dove corre il segretario Dem Enrico Letta – sostenuto da Pd, M5S, Articolo 1 e Italia Viva - ma senza nessun simbolo di partito, neppure di quello di cui è segretario, per la vergogna – probabilmente - di presentare la faccia del Pd nel feudo della banca Monte Paschi di Siena, dopo gli scandali che hanno investito l’istituto di credito e il suo partito di riferimento. In entrambi i collegi uninominali vince in un turno unico chi ottiene più voti. La battaglia di Siena nasconde tuttavia delle incognite, visto che si presentano anche altri due candidati di sinistra, Marco Rizzo per il Pci ed Elena Golini di Potere al popolo. Il centrodestra corre unito con l’imprenditore vinicolo Tommaso Marrocchesi Marzi, quello “del Chianti”, spinto soprattutto dalla Lega. Se Letta non vincesse a Siena è ovvio che si dimetterebbe il giorno dopo da segretario e nel Pd si aprirebbe l’ennesima crisi, col centrodestra che a quel punto potrebbe legittimamente gridare al trionfo. Ma la vediamo davvero difficile, soprattutto per quella fitta rete di interessi che il Pd ha intessuto in Toscana in decenni e decenni di governo.