Politica
Elezioni, la battaglia delle amministrative si gioca a Roma

Il match point si gioca al Colosseo, dove ai nastri di partenza il centrosinistra corre sostanzialmente con tre candidati – Roberto Gualtieri per il Pd, Virginia Raggi per il M5S e Carlo Calenda per una sua lista civica – mentre il centrodestra con il candidato unitario Enrico Michetti. L’unica cosa certa qui è che si andrà al ballottaggio. Il punto è vedere chi sfiderà Michetti il 17 e 18 ottobre e quali giochi potrebbero aprirsi nei quindici giorni che precedono il secondo turno. Ammettiamo che al ballottaggio ci vada il sindaco uscente Raggi, cosa faranno Gualtieri e Calenda? È ragionevole pensare che l’ex ministro dell’economia del governo Conte II, espressione del Pd romano e dell’alleanza tra Pd e M5S, vada in sostegno del sindaco pentastellato uscente (non per simpatia ma per accordo politico tra Letta e Conte), mentre non è affatto ragionevole pensare che lo faccia Calenda, da sempre contrario – sin dai tempi del governo giallorosso – ad alleanze coi grillini, peggio ancora adesso che sono “contiani”. Se invece al secondo turno ci andasse proprio Calenda, vediamo molto difficile che il Pd vada in sostegno di uno che dal Pd ci è uscito sbattendo la porta dopo l’accordo di governo del settembre 2019 col M5S, addirittura determinante in questo caso per la sconfitta di Gualtieri al primo turno. Insomma, il dato di fatto saliente è quello che il Pd è già pronto a pugnalare Calenda se questo andasse al ballottaggio. La Raggi, dal canto suo, che in campagna elettorale ha come bersaglio preferito proprio Gualtieri, forse potrebbe sostenere Calenda al secondo turno contro Michetti, ma l’elettorato grillino è molto più fluido rispetto a tutti gli altri elettorati, quindi meno “gestibile”. Ultima ipotesi, Gualtieri contro Michetti. È l’ipotesi che maggiormente converrebbe al centrodestra, visto che sarebbe davvero molto complicato sia per Calenda che per Raggi sostenere nelle piazze quel Gualtieri – espressione del precedente governo giallorosso - criticato aspramente sia in campagna elettorale sia quando era ministro dell’economia. Conte e Letta spingerebbero sicuramente sull’acceleratore a sostegno dell’ex ministro dell’economia, ma Raggi e Calenda farebbero probabilmente di testa loro, con Calenda che si sposterebbe più facilmente verso Michetti. Questo il senso dell’intervista di Giorgetti (che nessuno ha capito).