Politica

Elezioni regionali risultati: chi ha vinto e chi ha perso tra i partiti. Dati

Alberto Maggi

Il Pd risorge, la Lega va indietro, il M5S quasi scompare. Forza Italia è ora un partito del Sud, sale FdI

Il vincitore di queste elezioni regionali è sicuramente il Partito Democratico. Dopo due scissioni, una di Matteo Renzi e una di Carlo di Calenda, i Dem di Nicola Zingaretti riconquistano la scena politica e tornano protagonisti dopo la sconfitta delle Politiche 2018, la delusione delle Europee 2019 e di tutte le Regionali fino all'Umbria di ottobre. Non era facile la sfida dell'Emilia Romagna: alla vigilia in molti parlavano di un testa a testa e invece, grazie anche alla spinta delle Sardine che ha rivitalizzato l'elettorato di Centrosinistra, Stefano Bonaccini ha vinto nettamente contro Lucia Borgonzoni. Da sottolineare il successo personale del Governatore uscente che ha ottenuto circa tre punti in più della sua coalizione, grazie sia al voto espresso direttamente al candidato presidente sia grazie al voto disgiunto proveniente dal Movimento 5 Stelle e dalle altre liste minori di sinistra. Il Pd mette a segno una forte avazanta come voti di lista, ben sopra quota 30% e oltre il 31,24% delle Europee dell'anno scorso (alle Politiche 2018 in Emilia Romagna aveva il 26,37%). Il tutto con la lista Bonaccini intorno al 6% e quindi complessivamente i Dem sfiorano quota 40%. In Calabria, nonostante l'annunciata sconfitta di Filippo Callipo, il Pd è ampiamente il primo partito della Regione intorno al 15% con le altre due liste vicine al Nazareno all'11% circa (complessivamente). Alle Europee i Dem avevano il 18,25% e alle Politiche si erano fermati al 14,32%. Quindi anche dal profondo Sud arrivano ottimi segnali di ripresa.

Lo sconfitto di queste elezioni, anche se non si può parlare di tracollo, è Matteo Salvini. Il Capitano puntava sulla spallata al governo Conte e nonostante una campagna elettorale vissuta in prima persona, tanto che ha oscurato Lucia Borgonzoni, non è riuscito nell'impresa di conquistare la Regione rossa per eccellenza. Si tratta della prima vera battuta d'arresto da quando anni fa è diventato il segretario federale prendendo il posto di Roberto Maroni. L'opposizione di pancia fatta di citofonate non basta e ha mostrato tutti i suoi limiti. Ora Salvini dovrà anche ridimensionare le sue pretese nei confronti degli alleati sulle candidature per le Regionali di primavera (prima fra tutto il veto espresso finora su Raffaele Fitto in Puglia). Venendo ai numeri la Lega aveva il 33,77% in Emilia Romagna nel 2019, primo partito, e ora ha ceduto qualcosa anche se compensato dalla lista Borgonzoni (Alle Politiche di due anni fa aveva ottenuto il 19,20%). Non bene in Calabria dove la Lega si attesta tra il 12 e il 13% ma alle Europee del 2019 aveva adirritura il 22,61% (calo di dieci punti). Alle Politiche 2018 si era invece fermata al 5,61%.

Il Movimento 5 Stelle, reduce dalle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico, ha subito un vero e proprio tracollo impressionante. Di fatto, come ha detto Zingaretti, l'Italia è tornata bipolare e non è più tripolare. In Emilia Romagna, terra dove i pentastellati erano partiti con il primo Vaffa-Day di Bologna e dove avevano conquistato il primo sindaco (Federico Pizzarotti a Parma) poco sotto il 5% come lista e poco sopra il 3% come candidato (Simone Benini), segno che non pochi hanno scelto il voto disgiunto a favore di Bonaccini. Alle Europee dell'anno scorso i 5 Stelle avevano il 12,89% e alle Politiche del 2018 addirittura il 27,54%. Un altro mondo, insomma. Che non esiste più. Preoccupante anche il dato della Calabria. Alle elezioni per il Parlamento nazionale i grillini avevano fatto il pieno di voti arrivando al 43,39%, scendendo poi alle Europee al 26,69% restando però nettamente il primo partito della Regione. Ora il candidato Governatore, Francesco Aiello, si ferma poco sotto il 7% e la lista M5S sotto il 6%, rimanendo fuori dal Consiglio regionale. Nemmeno al Sud i 5 Stelle tengono e ormai sono diventati un partitino quasi marginale.

Nel Centrodestra risultato a due facce per Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi rinasce in Calabria grazie al successo ampio di Jole Santelli con la lista azzurra intorno al 13% che sfiora il 21% con i voti della civica Santelli presidente. Quasi un miracolo (e infatti Berlusconi ha subito telefonato in diretta per festeggiare il trionfo di Santelli) se consideriamo che alle Europee 2019 gli azzurri si erano fermati in Calabria al 13,32 quasi dieci punti sotto la Lega. Fi torna quindi al dato delle Politiche 2018 (20,11%). In Emilia Romagna però è il tracollo. Forza Italia si ferma intorno al 2,5% rispetto al 5,87% dell'anno scorso e al 9,93% delle elezioni per il Parlamento nazionale di due anni fa. Conferma l'avanzata costante Fratelli d'Italia. In Calabria il partito di Giorgia Meloni si attesta intorno al 12% dal 10,6% delle Europee e dal 4,55% delle Politiche (nonostante la presenza di altre liste di Centrodestra). In Emilia Romagna FdI sfiora il 9%, malgrado la Lega avesse la candidata, e raddoppia rispetto al 4,66% del 2019 e triplica i consensi rispetto al 3,34% delle Politiche 2018. Tra gli altri partiti di Centrodestra da segnalare l'ottimo 7% circa di Calabria Libertas Unione Di Centro, embrione del neo-nato Partito Popolare di Gianfranco Rotondi e Lorenzo Cesa. Mentre in Emilia Romagna la lista Cambiamo di Giovanni Toti registra un modestissimo 0,3%.