Ermete Realacci (Pd) ad un convegno di CasaPound
Realacci ecumenico ad un convegno della destra estrema
Le vie del Signore sono infine, è vero. Ma vedere Ermete Realacci ad un Convegno romano sull’Ambiente e il Lavoro, peraltro interessante, organizzato da CasaPound qualche dubbio lo fa venire.
Non è certo in gioco la libertà di partecipazione, ci mancherebbe, ma fa un tantinello impressione vedere il profeta del verde targato e marchiato Pd ad un convegno di un partito politico agli esatti antipodi del suo credo professato. E la “colpa”, se così la vogliamo chiamare (ma non la chiamiamo…) non è certo di CasaPound, ma dell’ambientalista ex comunista che dopo varie legislature in Parlamento come Presidente, tra l’altro, della prestigiosa Commissione Ambiente, si è ecumenicamente aperto verso gli antichi nemici di destra.
Non solo. Ha anche dichiarato che:
“Parto dalle lettere dei martiri della Resistenza. Leggiamole. Non si immolavano per astratte ideologie: lo facevano per queste cose qui. Per la patria. Il recupero dell’identità è la base del futuro”.
Ora Realacci parla anche di “Patria”, un bel passo in avanti per un’esponente politico di un’area da sempre allergica alla stessa parola, ancora non pienamente sdoganata.
Realacci è uomo di dialogo si dirà, però anche la coerenza è un valore. E poco importa che al Convegno sia venuto in veste di presidente della sua associazione ambientalista.
Tra l’altro, rimanendo in tema, oggi capeggia in prima pagine del Corriere della Sera una intervista di Walter Veltroni che sta riscaldando(si) i motori per una lista Pd(?) alle prossime europee.
Ebbene, tra i temi principali citati, c’è l’Ambiente che pare diventata un jolly a cui tutti ricorrono per fare un po’ di vetrina, visto che proprio la parte ecologista del Pd, guidata da Realacci si è sempre lamentata fin dai tempi di Veltroni e poi ancor più con Renzi del fatto che il Partito Democratico poco si è curato di Ambiente, se non sotto le elezioni o per indicare suoi uomini per enti pubblici, come è il caso di Alessandro Bratti, nominato in zona cesarini dal precedente governo direttore generale dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientale), dopo aver fatto due legislature in Parlamento.
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