Politica

Europee, vincono Meloni e Schlein: capipopolo (di tante parole e poche idee)

di Simone Rosti

Meloni ci offre stabilità sfruttando la bonaccia dell'economia, Schlein ci consola con le sue battaglie ideologiche, ma la festa (per entrambe) sta per finire

Elezioni europee, Meloni e Schlein vincono sulla carta, ma a trionfare è l'astensionismo 

Vincono Meloni e Schlein, Vannacci non salva la Lega, Forza Italia cresce “riesumando” Berlusconi, i 5 Stelle sempre più in declino, Calenda e Renzi sconfitti dal loro ego mandano al macero definitivamente il terzo polo. Ma soprattutto stravincono gli astensionisti con oltre il 50%, maggioranza assoluta. Non c’è però nessuna crisi della democrazia. In Italia, si può dire tutto vivaddio e chiunque può dirlo, ogni linguaggio è stato sdoganato (e anche il Papa si è adeguato).

Sono i regimi che impongono un solo partito e ti obbligano a votarlo. Noi siamo liberi, si può votare, si può non votare, si può manifestare per la più piccola cretinata. La libertà di parola ha varcato ogni limite, ha consentito a un comico di costruire un partito dal nulla, a personaggi improbabili di avere incarichi di governo, quindi c’è spazio per tutti. Ci meravigliamo dell’astensionismo? Dovremmo brindare invece. In fondo ci va bene così, ci piacciano le semplificazioni dei leader senza troppe idee.

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La Meloni ci offre stabilità sfruttando la bonaccia dell’economia senza fare molto, attenzione però che a breve la festa sta per finire e i nodi dei conti dei pubblici andranno affrontati (a partire dalla prossima procedura d’infrazione), mentre Schlein ci consola con le sue battaglie ideologiche, anche se prima o poi dovrà dirci con quali risorse realizzare le sue proposte. Sulla guerra poi tutti si sciacquano la bocca e la coscienza, con tanta ipocrisia forniamo armi all’Ucraina solo per difendersi mentre gli ucraini vengono costantemente bombardati.

I giovani preferiscono protestare per il clima e la Palestina, dovrebbero invece fare le barricate perché sono condannati a lavorare fino a 70 anni per pagare le scorribande dei loro genitori. Allora tanto vale stare a casa, a godersi la bella stagione che arriva, in fondo preferiamo la libertà di dire cavolate anziché quella di votare. Cin cin al partito di maggioranza assoluta! Almeno costoro che non hanno votato si sono risparmiati di vedere quei seggi elettorali tristi pieni di faldoni cartacei dove si trascrivono manualmente i numeri dei nostri documenti, una sorta di museo dell’orrore del regresso.