Politica
Ue, FdI: "Niente Mes senza riforma del Patto e unione bancaria". Intervista
Parla Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo
"La sinistra auspica tempesta sui mercati finanziari e governi tecnici"
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“Non ci siamo ancora”. È lapidario il giudizio di Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, intervistato da Affaritaliani.it, quando gli si chiede a che punto siano le trattative a Bruxelles sulla riforma del Patto di stabilità. “Lo vede che anche lei si dimentica la crescita? Si chiama patto di stabilità e crescita, ma i profeti dell’austerità hanno talmente sacrificato la crescita che nessuno se ne ricorda più. Errare è stato gravissimo, perseverare sarebbe folle”.
Dunque ha ragione il ministro Giorgetti quando dice che l’Italia è contraria ad un accordo a tutti i costi e che, se la proposta rimane quella franco-tedesca, è meglio tornare alle vecchie regole? “Certo che ha ragione. Io capisco che alcuni abbiano fretta di chiudere per rivendersi il risultato in patria, ma per l’Italia non tutti i risultati sono uguali. E le aggiungo di più…”.
Dica. “Per noi non lo sono, anche perché abbiamo ereditato l’elevatissimo debito del superbonus e, se a questo dovessimo sommare un patto di stabilità ancora penalizzante su investimenti e rientro dal debito, un permanere degli alti tassi di interesse imposti dalla Bce e la recessione tedesca che impatta sulle nostre aziende, il nostro governo avrebbe un margine stretto anche per le prossime manovre di bilancio. Con il risultato di non poter realizzare del tutto quello che abbiamo scritto nel nostro programma. E siccome vogliamo continuare a realizzarlo il Patto deve cambiare".
E col MES come la mettiamo? Il pressing si sta facendo più forte. “Guardi, per noi il MES rimane legato alle modifiche del Patto di stabilità e al completamento dell’unione bancaria, attualmente frenato dalla Germania. Personalmente poi ritengo che, in una fase in cui c’è indisponibilità dei Paesi frugali a contrarre nuovo debito comune e c’è necessità di ampliare il bilancio Ue per fronteggiare le spese per la difesa, l’immigrazione e l’autonomia strategica, il capitale del MES dovrebbe diventare un fondo per sostenere la crescita.”
Non temete tempeste sui mercati finanziari e successivi governi tecnici? “È l’auspicio della sinistra che non riuscendo a vincere le elezioni tifa sempre contro l’Italia, sperando che le agenzie di rating e lo spread facciano quello che loro non sanno fare. I recenti giudizi di Fitch e Standard & Poors confermano che l’azione di governo sta andando nella direzione giusta. I mercati di solito scommettono sulla stabilità: posto che nemmeno un governo tecnico avrebbe i numeri in questo Parlamento, gliela faccio semplice: perché i mercati dovrebbero puntare su chi ha generato il colossale buco del superbonus e non su chi pazientemente sta cercando di ripianarlo?”.
Non temete fibrillazioni in maggioranza in vista delle Europee? “Io vedo una compattezza di fondo. Siamo partiti alleati ma concorrenti, ovviamente lo saremo anche alle Europee che sono proporzionali e senza coalizioni. Ma è ovvio che per noi la stabilità del governo viene prima di qualsiasi cosa e siamo certi che lo stesso sarà per i nostri alleati”, conclude Fidanza.