Politica
Atreju, Meloni attacca Conte e Schlein. Affonda pure la Ferragni. VIDEO
La premier e leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, è salita sul palco di Atreju per chiudere la kermesse del partito: l'intervento
FdI, Meloni attacca Schlein: "Non serve insultare, vi manca il coraggio" . VIDEO
Poche ore di sonno alle spalle, voce un po' rauca, camicia bianca e pantalone nero: la premier Giorgia Meloni è salita sul palco di Atreju per chiudere la kermesse di FdI, iniziata giovedì 14 dicembre a Roma. Nel suo intervento tanti i temi toccati: dagli attacchi della Sinistra alla crescita economica del Paese, dal salario minimo alla violenza giovanile, dal rilancio di Caivano all'importanza della giustizia, dall'"amicizia" con l'Albania al nuovo patto sui migranti. Sul primo punto Meloni non ha usato mezzi termini, rivolgendosi direttamente alla segretaria del Partito Democratico: "Cara Elly, puoi anche decidere di non partecipare ma non c'è bisogno di insultare tutti coloro che hanno deciso di partecipare, solo perché hanno dimostrato di avere coraggio che a voi evidentemente difetta". "Se chi prendeva il reddito di cittadinanza per lavorare in nero quando avrebbe potuto farlo mi detesta, poco importa. Non intendo comprare il consenso della gente. Quello è un privilegio che lascio ad altre forze politiche", ha aggiunto.
Meloni ad Atreju: "Dramma Superbonus, costa quanto tutta la sanità"
Poi spazio all'economia. "Abbiamo fatto una legge di Bilancio espansiva nonostante una situazione drammatica ereditata dei conti pubblici soprattutto per il Superbonus, con qualcuno che faceva la campagna elettorale dicendo che si è potuto ristrutturare gratuitamente casa: quel gratuitamente ci ha lasciato un buco da 140 miliardi, quanto lo Stato spende in un anno per tutta la sanità". Su quest'ultimo punto, "ci chiedono i soldi"sono stati utilizzati per ristrutturare meno del 4% del patrimonio immobiliare italiano, prevalentemente seconde case, case di pregio, perfino sei castelli lasciando a ogni italiano un debito di 2 mila euro", ha rimarcato Meloni.
Meloni contro la Ferragni sul caso Balocco. VIDEO
Chiaro poi l'affondo di Meloni a Chiara Ferragni (che non viene direttamente citata) sulla vicenda del panettone griffato con il suo logo: "Gli infuencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari", ha detto la premier. "Il vero modello, ha insistito, è di chi quell'eccellenza italiana la ingegna e la produce, che ha successo perché noi siamo più bravi, lo sappiamo fare meglio, e ai giovani dobbiamo insegnare che creare quei prodotti è più straordinario crearli che imparare a mostrarli".
Maternità surrogata, Meloni: "I bambini non si comprano"
Tributo a Silvio Berlusconi per aver unito il Centrodestra trent'anni fa. Orgoglio di destra ("Porteremo l'Italia sul gradino più alto del podio"), ritorno alle origini per un partito nato poco più di dieci anni fa e che "davano per spacciato" e ora è la prima forza del Paese con numeri nei sondaggi superiori alle Politiche del 2022. Ringraziamento agli alleati di governo (ma senza enfasi). Rivendicazione con entusiasmo degli ottimi dati sul mercato del lavoro e attacco indiretto ai 5 Stelle che regalava soldi a chi non aveva voglia di lavorare con il reddito di cittadinanza. Schiaffo allo scarso coraggio di Elly Schlein che scappa dal confronto.
Meloni ha aperto una parentesi su violenza, giustizia e maternità surrogata. Partendo dal modello Caivano ha dichiarato che il governo vuole "dare un segnale chiaro: in Italia non ci devono più essere zone franche, nelle quali lo Stato indietreggia o sparisce. A Caivano noi vogliamo dimostrare che le cose possono cambiare, che non è vero che è tutto già scritto e che l'unica opzione è arrendersi e piegarsi alla camorra perché tanto nessuno ti aiuterà". "A Caivano abbiamo riportato lo Stato, le istituzioni, le forze dell'ordine per dire ai criminali che con noi al governo non vi conviene sfidare lo Stato, perché risponderemo colpo su colpo, non ci facciamo intimidire", ha sottolineato. "Quello che vogliamo fare a Caivano è trasformarlo in un modello da esportare poi in tutte le altre Caivano di Italia: non è un'impresa facile, ma non penso che siamo stati scelti per occuparci delle cose facili, penso che dobbiamo mettere la faccia proprio sulle sfide che altri consideravano impossibili", ha concluso. Mentre sul secondo punto ha ribadito che "i bambini non sono un oggetto, non si comprano e non si vendono . La maternità non è un business. Per questo sono fiera che grazie ai nostri parlamentari la maternità surrogata diventerà presto un reato universale”.
Migranti, Meloni: "So che ci si aspettava di più, pronta a pagare il prezzo ma no alle scorciatoie"
Ampia dicussione anche sul tema migranti. "So che i risultati non sono quelli che ci si attendeva, è il fenomeno più complesso che mi sia trovata a gestire. Ma la verità è che non mi interessano le scorciatoie, sono anche pronta a pagare un prezzo in termini di consenso per dare una soluzione definitiva", ha detto Meloni. Mentre sulla riforma del premierato "si scateneranno tutti quelli che hanno bivaccato sulla debolezza politica: sognano di usare il referendum confermativo contro di me, 'farà come Renzi', ma vedete il referendum non è su di me, io sono il presente il referendum è sul futuro di questo nazione". Infine, a chi "spera" nella caduta anticipata del governo, Meloni ha chiarito che "solo gli italiani possono decidere quando si deve dire basta. Fino a quando gli italiani sono al mio fianco non c'è verso di liberarsi di me". Ma "io sono molto più resistente di quanto i miei nemici si aspettano. In vita mia non sono scappata mai e non intendo farlo ora. Grazie per questa boccata d'ossigeno e questo carico di energia", ha avvertito la premier.