Politica
Forze dell'Ordine pranzano sui gradini:obbligo Green Pass per accedere a mensa
A lavoro nelle stesse volanti o negli stessi uffici ma non possono accedere alla mensa. Il non senso del Green Pass che colpisce anche le Forze dell'Ordine
Prima no, poi sì ma anche forse: il non senso.
È di due giorni fa la circolare del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che introduce, con decorrenza immediata, l'obbligo del Green Pass all'interno di tutte le mense delle Forze dell'Ordine Italiane. Ed è di alcune ore fa la foto pubblicata dal sindacato della Polizia di Stato FSP che ritrae alcuni poliziotti all'esterno di un edificio mentre consumano un pasto con i vassoi appoggiati su un muretto o sulle gambe con il commento: “Personale senza Green Pass costretto a mangiare sulle scale, normativa discutibile e da rivedere assolutamente”.
La polemica esplode sui social, con i sindacati sul piede di guerra a chiedere un incontro al governo e i lettori a parteggiare per le Forze di polizia. Infatti la procedura non sembra avere alcun senso. Gli appartenenti ai medesimi corpi e reparti, vaccinati o meno, possono svolgere servizio nella stessa automobile, condividere l'alloggio, la stanza dell'ufficio ma non possono, se non hanno il Green Pass, mangiare in mensa insieme agli altri colleghi. Misteri della burocrazia del Belpaese che impone, nelle medesime condizioni, ad alcuni la legge del taglione e ad altri no. Infatti non si è ancora capito perché nei bar e nei ristoranti è richiesto il Green Pass mentre ai gestori e ai clienti di alberghi e bed and breakfast non è rischiesto, se non per accedere a spazi come le piscine. Forse ci sono luoghi più chiusi di altri luoghi chiusi? E non deve esibire il certificato neanche chi partecipa alle messe in una Chiesa al chiuso.
Eppure una circolare della Polizia di Stato del 5 agosto aveva spiegato che il certificato non era richiesto neanche per le mense di servizio di Questure e Prefetture. Ma è intervenuto immediatamente il ministero della Salute, cancellando tutte le disposizioni precedenti: per accedere alle mense tutte le Forze dell'Ordine devono esibire il Green Pass, attestando quindi la vaccinazione, la guarigione dal Covid o l'esito negativo di un tampone fatto nelle ultime 48 ore, correndo il rischio di multe dai 400 ai 1.000 euro se si accede senza possederlo. Le mense sono solitamente gestite da società private, alcune hanno adottato immediatamente il Green Pass, altre hanno continuato col distanziamento e cercando di trasformare i luoghi chiusi in spazi aperti.
Da qui però sorgono due ordini di problemi.
Il primo: ci sono appartenenti alle Forze dell'Ordine che, per un qualche motivo, non si sono vaccinati e non intendono farlo o che non hanno ancora potuto farlo. Le vaccinazioni delle Forze dell'Ordine sono iniziate a metà febbraio: sono passati 6 mesi da quel giorno. Quindi, al di là di quanto si ripete a canali unificati sul “giornale unico di Stato del virus”, neanche tra le Forze dell'Ordine la campagna di vaccinazione è un ordine perentorio acquisito acriticamente. Il secondo ordine di problemi: come potranno usufruire del pasto, che è un diritto contrattuale, coloro che nelle Forze dell'Ordine non hanno il Green Pass? Dovranno mangiare panini fino che non finisce la pandemia? Non potranno accedere ai pasti? Avranno diritto ad un buono pasto da consumarsi altrove? Dovranno farlo all'esterno delle strutture? Come faranno d'inverno? Ci saranno strutture per non vaccinati come gli autobus per i neri americani durante la segregazione razziale?
Sui social imperversa la polemica.
Rita: “E' una vergogna, stanno facendo le caste!”
Antonella: “È una vergogna, ecco come vi tratta lo Stato che voi servite con dignità e orgoglio”.
Ri: “Ridotti così male per proteggere lo Stato che li fa mangiare in piedi. Che paese di m.... che è l'Italia in certi casi”.
Silvia: “Uniti perché queste assurdità finiscano per tutti”.
Ma c'è anche Emiliano: “Vi basterà piegarvi alle regole così come da tanto tempo pretendete che si pieghino i cittadini! Le regole! In nome delle quali avete calpestato, non solo la nostra Costituzione, ma ogni sorta di logica umana”.
Risponde ad Emiliano proprio il sindacato FSP della sezione di Trieste che implicitamente esprime le proprie perplessità e il non senso della scelta del governo: “Guardi, la polemica e la nostra rimostranza va verso una circolare piombata dal nulla che, legittima o no, non sta a noi deciderlo, non ha considerato chi legittimamente non si è voluto vaccinare, e che comunque ha diritto ad avere un pasto caldo, il problema è li, si deve ordinare ma anche dare delle regole non discriminatorie. In più, sul punto della anticostituzionalità dei DL non si è pronunciato ancora nessuno e pertanto vanno eseguiti!”
Più cauto Roberto Di Stefano del sindacato dei Carabinieri NSC che spiega la situazione dell'Arma ad Affaritaliani: “Mi stupisce questa ipocrisia generale però è difficile prendere una posizione ora perché stiamo aspettando che il Comando generale si esprima con una disposizione precisa. Ancora non si sono espressi”.
E' invece una vera dichiarazione di guerra quella di Luca Marco Comellini del “Sindacato dei Militari”: “Pronti a denunciare chiunque calpesterà i diritti e la dignità dei nostri iscritti”. E ancora: “È un tragicomico balletto quello che stanno facendo i vertici militari riguardo alla questione dell'accesso alle mense di servizio riservato unicamente ai possessori del certificato verde targato Draghi. Tutto questo girotondo, e non vogliamo definirlo in altro modo per non scadere nel turpiloquio, di sali, scendi, di fuori e dentro, di tu sì e tu no, sta ridicolizzando questioni serissime. Non è ammissibile questo comportamento che non tiene in nessun conto la dignità umana dei cittadini in divisa”.
E poi l'esempio che aggiunge un tassello al non senso: “Spieghino questi illuminati generali se il marinaio Tizio, privo del Green Pass da domani verrà messo a mangiare il suo pasto appeso fuori dalla nave come un appestato o se il militare impiegato in strade sicure o nelle missioni all'estero dovrà consumare il suo pasto sui gradini della mensa come sono stati costretti a fare e fanno molti poliziotti”.