Politica
Foti (FdI): "Sul Pnrr nessun ritardo. Ma sono necessarie delle modifiche"
"Le nomine sono frutto di un attento percorso di valutazione, sviluppato dal centrodestra, che ha avuto come stella polare la valorizzazione del merito"
Nomine, Def, Pnrr, migranti, riforme... Intervista a tutto campo di Affaritaliani.it al capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti
"Ma quale lottizzazione. Con le nomine abbiamo solo pensato a valorizzare il merito". Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli D'Italia, racconta ad Affaritaliani.it quale sia il percorso intrapreso dall'esecutivo. Un cammino fatto di scelte condivise, al netto di qualche comprensibile tensione, e di una visione comune verso i temi più significativi, Pnrr in testa.
Onorevole Foti, sulle nomine delle partecipate c'è stata tensione nella maggioranza, si dice che Giorgia Meloni abbia dovuto cedere qualcosa agli alleati, o c'è stata piena condivisione?
"Le indicazioni dei nuovi vertici di Eni, Enel, Terna, Leonardo e Poste sono frutto di un attento percorso di valutazione, sviluppato dal centrodestra, che ha avuto come stella polare la valorizzazione del merito, delle capacità e dei risultati professionali conseguiti dalle persone scelte. Per questo nessuno dall’opposizione osa proferire parola poiché, come detto, si tratta di nominativi di alto profilo che confermano la serietà del Governo Meloni. Con buona pace dunque della sinistra, non c’è stata alcuna lottizzazione in merito all’indicazione dei futuri amministratori delle società a partecipazione pubblica in questione. Rivolgo a nome mio personale e di Fratelli d’Italia ai futuri dirigenti i migliori auguri di buon lavoro per l’attività che andranno a svolgere in settori strategici per l'Italia, anche nel mondo: i loro risultati positivi non saranno solamente un fiore all’occhiello per il Governo Meloni, ma renderanno orgogliosi tutta la Nazione".
Nel Def ci sono 3,4 miliardi per il taglio del cuneo fiscale. Ci saranno altre risorse nel 2023 o bisognerà aspettar il 2024?
"Il Governo ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita. Il Def, che ha incassato un parere positivo da parte del commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni prevede anche un andamento discendente della pressione fiscale. Saranno destinati al taglio del cuneo fiscale oltre 3 miliardi di euro che da subito, per il periodo maggio-dicembre, lasceranno più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti il cui reddito sia inferiore ai 25.000 euro. Una misura, tutta a favore dei redditi più bassi che, con buona pace della CGIL, da un parte aumenta il potere d’acquisto delle famiglie e, dall’altra, incide sulla moderazione salariale. Vi è una previsione al rialzo del Pil rispetto alle previsioni dello scorso anno, così come si riduce il rapporto deficit/pil. Infine, il Def del Governo Meloni punta alla riduzione del rapporto debito/Pil progressivamente nel 2023 fino a raggiungere il 140,4% nel 2026. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico, attesta che con questo esecutivo si cambia passo: non si danno i numeri, si realizzano obiettivi".