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Politica
Funerali Berlusconi, per l'Italia una (in)consapevole commedia dell'arte
Funerali di stato inglesi

Sia come sia, che agli inglesi il funerale di Stato a ZIO SILVIO sia sembrato una assurdità, per giunta in tono molto dimesso rispetto ai loro è un fatto oggettivo. Parimenti ad un qualsiasi anglosassone tutta la cerimonia religiosa cattolica, e non solo funeraria e non solo in tal caso, appare sempre come una noja immortale. La spiacevole verità è che la messa italiana è una summa di spettacolo addormentevole e decisamente poco coinvolgente, se non se si è già sotto le coperte o nella bara. Lasciamo stare l'incolmabile divario di visual show tra "ceremonial funerals" e i nostrani funerali statali (che pure noi le cerimonie militari in teoria le sapremmo fare eccome, avendo tradizioni, uniformi, armi e pompe seconde giustamente solo a quelle anglosassoni). Lasciamo stare che in Gran Bretagna i funerali di Stato (pur minori) sono concessi assai raramente: Lord Mountbatten nel 1979, morto in un attentato, la principessa Diana, morta in un tragico incidente nel 1997, la Regina Madre nel 2002, Margaret Thatcher nel 2013, altra eccezione come primo ministro, e per giunta figura sommamente controversa e divisiva quasi quanto Berlusconi in Italia, ma ALMENO LEI aveva vinto una guerra, quella delle Falkland, e non perso con ignominia una ex colonia per lepidezze pseudopacifistarde da palazzinari brianzoli, e gran finale... col principe consorte Filippo, duca di Edimburgo, nientepopodimeno.

Lasciamo stare. Ma per l'appunto è il cerimoniale che è soporifero in Italia.  Laddove nel sistema anglicano il prevosto e i fedeli si scambiano rapide e coinvolgenti preci a rimpallo, fatte di omelie brevi e di sonori e musicalmente solerti canti collettivi (quasi sempre di eccellenti compositori di musica sacra classica), ecco che la messa italica, incentrata sul concetto brutalmente afasico della gerarchia ecclesiale cattolica che domina il fedele genuflesso, prevede il monocorde salmodiare del prete, triste o più lieto che sia, accompagnato dal lugubre cantico post-gregoriano, per giunta deprivato della sua unica attrattiva mistico-musicale: quel latino idioticamente abbandonato negli anni settanta per rendere in teoria più accessibile la fruizione sacra, mentre in realtà rese ancor più ignorante un volgo già spesso belante di suo. Insomma una débacle, diciamocelo, codesto confronto simil-calcistico tra Italia-Inghilterra. 

In ultimo non vogliamo citare il fatto saliente par excellence, o meglio lo citiamo. A Londra Louis Mountbatten, 1st Earl Mountbatten of Burma, assassinato dai terroristi, oppure Sua Maestà The Queen Mother, integerrima sovrana pure a suo modo eroe di guerra. Mentre alla vecia Milàn cosa tocca? Voilà, l'ex cavaliere (revocato) Silvio Berlusconi, capitano d'impresa di straordinario talento e successo, ma dal passato finanziario di provenienza per lo meno poco chiara, col braccio destro condannato per rapporti con la Mafia, mica pizza e fichi, generoso donatore di facondi seggi pubblici e privati ad amici e soprattutto ad amanti, noto internazionalmente più come "PAPY" che come Onorevole signor Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. 

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