Politica
Gentiloni premier, voto tra aprile e giugno. Fassino agli Esteri spacca il Pd
Il piano di Renzi: Gentiloni premier e voto tra aprile e giugno. Parte il totoministri: fuori le renziane Boschi, Madia e Giannini
La finestra per le urne si potrebbe aprire tra aprile e giugno. Al momento l'ipotesi e' che si andra' al voto dopo il G7, ma non e' escluso che il summit in Sicilia possa tenersi con un nuovo presidente del Consiglio gia' in carica. Ovvero in quel caso elezioni anticipate ad aprile ma Renzi, spiegano fonti parlamentari dem, su questo punto non dovrebbero porre paletti. Si faranno comunque valutazioni anche sulle indicazioni della Consulta (al momento si prevede soltanto di armonizzare le due leggi elettorali tra Camera e Senato).
IL PIANO DI RENZI: GENTILONI PREMIER E VOTO IN PRIMAVERA
Il piano di Renzi resta sempre lo stesso: non si arrivera' a fine legislatura, ma dovrebbe cedere il ruolo di premier a Gentiloni (l'idea Padoan e' il 'piano B' per la situazione economica ma al momento non sembra essere quella la strada intrapresa). Il patto prevederebbe un asse forte del Pd, con una mossa condivisa con i 'big' in direzione, magari nero su bianco su un documento, per arrivare alle elezioni anticipate al piu' presto. Resta in campo anche l'ipotesi Renzi bis, rilanciata da Alfano e Verdini durante le consultazioni, nonostante Renzi ribadisca di escludere questa possibilità.
SOLUZIONE GIA' DOMENICA
Qualora Mattarella dovesse valutare positivamente una scelta condivisa da tutto il partito del Nazareno (franceschiniani, 'giovani Turchi' e minoranza dem sono compatti sul nome del ministro degli Esteri) la soluzione della crisi potrebbe arrivare gia' domenica, con il giuramento. Fonti dem riferiscono che in attesa dei colloqui con il presidente della Repubblica si sarebbe gia' valutata anche una lista dei possibili ministri.
TOTOMINISTRI: RESTANO PADOAN, FRANCESCHINI, MARTINA E ORLANDO
Il Colle, viene riferito dalle stesse fonti, preferirebbe che ci fosse un ministro in carica che si occupi in prima persona dei rapporti con Bruxelles e con le cancellerie, ecco perche' l'ipotesi di un interim a Gentiloni agli Esteri non sembra essere sul tavolo. Dovrebbero rimanere - sempre le stesse fonti - Padoan, Franceschini, Martina e Orlando, mentre sugli altri componenti dell'attuale squadra del governo resterebbero molte incognite.
OUT LE RENZIANE BOSCHI, MADIA E GIANNINI
Le 'renziane' Boschi, Madia e Giannini potrebbero per esempio non far parte della squadra. Lotti dovrebbe restare sottosegretario alla presidenza del Consiglio ma l'altra partita che Renzi intende giocare e' quella del congresso. "Una volta risolta la crisi si aprira' subito la stagione congressuale", sottolineano fonti parlamentari dem. "Occorrera' ricostruire il rapporto tra Renzi e Franceschini ma non dovrebbero esserci problemi", ribadiscono fonti dem ma l'incontro che Renzi e il ministro della Cultura, si aggiunge, e' andato bene.
FASSINO AGLI ESTERI SPACCA IL PD
Tra i ministeri, c’è una casella ‘pesante’ da ridiscutere: quella agli Esteri che Gentiloni lascerebbe vacante. Renzi pensa a una scelta‘leggera’, ovvero Elisabetta Belloni, prima donna segretario generale della Farnesina ad aprile scorso. Franceschini invece ha in mente un altro nome, più pesante, come racconta l'Huffington Post: Piero Fassino, ex sindaco di Torino ed ex presidente dell’Anci dove è stato sostuito dal renzianissimo sindaco di Bari Antonio Decaro, ma soprattutto co-fondatore di Areadem, pezzo da 90 del Pd ed ex Alto rappresentante della Politica estera europea. Per Renzi il problema non è Fassino. Ma quello che rappresenta. Il segretario del Pd vorrebbe spendere in questo governo meno ‘big’ possibili. Perché per Renzi questo è un esecutivo ‘transeunte’, che durerà fino alla primavera, in quanto figlio di un piano B.