Politica

Giorgetti e le voci di guerra in Lega. "Mai una parola contro Salvini"

Di Alberto Maggi

Anche Draghi ha criticato il ministro dello Sviluppo... Inside

Tutti contro Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico è diventato il bersaglio anche del fuoco amico, dopo la sua intervista-analisi de La Stampa dell'altro giorno nella quale ha espresso una personale opinione su una serie di punti chiave della politica italiana. L'obiettivo del numero due del Carroccio, assicura chi lo conosce bene, era quello di compattare il Centrodestra a pochi giorni dal voto amministrativo. Anzi, ri-compattarlo, cosa che di fatto è avvenuta in questi giorni, anche se a farne le spese è stato proprio il titolare dello Sviluppo economico.

Per Matteo Salvini "non si riparte dai salotti di Calenda", per Giorgia Meloni "non conosce Roma", per Antonio Tajani "è meglio se torna a Varese a fare campagna elettorale". Non solo, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it anche al presidente del Consiglio Mario Draghi non sarebbe piaciuta molto l'uscita di Giorgetti che lo ha candidato, come aveva già fatto a La Piazza di Affaritaliani.it a fine agosto, al Quirinale per poi andare subito alle elezioni politiche.

Alla fine proprio Giorgetti si è ritrovato a essere una sorta di capro espiatorio per quella che, spiegano fonti vicine al vicesegretario del Carroccio, era solamente un'analisi. Una fotografia del quadro politico. Prendiamo ad esempio le elezioni amministrative, è ovvio che, come ha detto Giorgetti nella dichiarazione ad Affaritaliani.it di lunedì, che sostenga ovunque i candidati del Centrodestra, come sta facendo girando l'Italia da Nord a Sud. I conti e i bilanci arriveranno, ma a bocce ferme, su risultati concreti e reali e non sui sondaggi.

Quanto al nuovo presidente della Repubblica, tema che ha fatto storcere il naso al premier, Giorgetti non ha nulla contro l'ipotesi Silvio Berlusconi mentre l’ipotesi Draghi porterebbe con sé il ritorno alle urne già nel 2022. Cosa che dovrebbe, almeno in teoria, far piacere sia a Meloni che a Salvini, i quali però anziché apprezzare hanno iniziato a criticare. E infine l'articolo di oggi di Francesco Verderami sul Corriere della Sera, che disegna un Giorgetti pronto alla guerra con Salvini e a chiedere un congresso per trasformare la Lega in una sorta di Csu bavarese (mollando quindi il Centro-Sud) ancorata al Partito Popolare Europeo. "Frutto di una valutazione che non ha fondamento", spiegano di nuovo dall'entourage del ministro dello Sviluppo economico.

E' evidente che Giorgetti sia molto legato ai settori produttivi, non a caso li incontra sempre a Nord come al Sud. Nessuna ostilità con il segretario leghista. Nonostante la campagna mediatica che insiste sulle divisioni tra i due esponenti, chi ha parlato con Giorgetti nelle ultime ore e lo conosce bene sa che lui si sente sereno e con il cuore in pace, "da parte mia non c'è mai stata una parola contro il segretario della Lega", ma solo e sempre sostegno a Salvini avrebbe confidato ai suoi più stretti collaboratori.