Politica

Giorgio Mulè attacca in commissione trasporti il professor Ponti

Giuseppe Vatinno

Tav: Mulè ne sa una più di Einstein, miracoli della politica

 

La vicenda sulla Tav sta assumendo toni irrealistici in cui si fronteggiano, su una materia delimitata tecnicamente e scientificamente, quindi oggettiva per definizione, i pareri di una commissione di esperti universitari e politici di recente nomina, al digiuno della materia di cui si tratta.

Qui la relazione che si trova nel sito del Ministero dei Trasporti:

http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/torinolione-ferrovie-alta-velocita-tav/torino-lione-ultimate-lanalisi-costi

Un esempio evidente di questa contrapposizione è stato l'odierno attacco in Commissione Trasporti alla Camera del forzista nonché ex giornalista e portavoce azzurro, Giorgio Mulè contro il professor Marco Guido Ponti che ha guidato il team di esperti voluto dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Insomma, in parole semplici, l’analisi dei costi/benefici dice che la Tav Torino - Lione non conviene dal punto di vista strettamente economico, lasciando stare le pur valide e rilevanti motivazioni ambientali.

Si tratta di un risultato dovuto a sofisticate analisi di ingegneria gestionale nel campo dei trasporti.

Ecco quanto dichiarato da Mulè dopo l’audizione in Commissione:

 

"L'Analisi costi benefici è in perfetta malafede ed è intrisa di pregiudizio. Già nell'aprile 2007 Ponti e il suo braccio destro Francesco Ramella (altro componente del gruppo) misero nero su bianco a chiare lettere la loro netta contrarietà alla Tav: 'Ne' la competitività del Paese, ne' la tutela dell'ambiente - si legge in un loro intervento sul briefing paper numero 42 dell'istituto Bruno Leoni - sembrano essere motivazioni valide a sostegno della linea ad alta velocità tra Torino e Lione: restano gli argomenti di 'imprenditori' che non vogliono rischiare e di politici in cerca di consenso a spese del contribuente'. Dodici anni dopo questi due signori pretendono di apparire 'indipendenti' e giudicare la Tav: giusto uno come Toninelli poteva affidarsi a loro".

 

Tra parentesi Mulè contesta Ponti citando l’istituto Bruno Leoni, cioè il tempo del turbo - capitalismo italiano e non un pericoloso istituto marxista sovietico. E se degli iperliberisti giungono alla conclusione che la Tav non conviene allora occorre riflettere.

Ora Giorgio Mulè è conosciuto come giornalista, già direttore di Panorama (successe a Maurizio Belpietro), ma non era risaputo di una sua laurea in ingegneria gestionale che gli permettesse di scendere in campo contro dei super esperti universitari. Ma tant’è, la politica fa miracoli e basta entrare nel portale magico di Montecitorio per acquisire superpoteri, in questo caso intellettuali.

Ed ecco quindi ci immaginiamo Mulè, bravo giornalista, che improvvisamente diviene scienziato, gli crescono le basette, gli si scarmigliano i capelli (divenuti bianchi) in un prodigioso fenomeno di trasformazione che lo vede assomigliare sempre di più ad Albert Einstein, intento a misurare i passi (sempre perduti) del Transatlantico risolvendo equazioni differenziali non lineari alle derivate parziali, con cui controbattere i risultati del professor Ponti.

Miracoli della politica, dicevamo.

Fatto sta che Mulè è da giorni impegnato a duellare con insigni professori cercando di buttarla in dialettica, che a Roma si dice più prosaicamente in caciara, e così spera di sfangarla oltretutto con attacchi scomposti e irridevoli della competenza di un famoso professore universitario come Ponti.

L’intento di Mulè è del resto chiaro: Forza Italia, cioè Silvio Berlusconi, ringalluzzito dalla vittoria abruzzese sta puntando a rompere l’alleanza giallo - verde con Matteo Salvini che vuole fare la Tav e i Cinque Stelle che non la vogliono.