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Giornalisti intercettati, indaga il Copasir. Renzi: "Non è più una democrazia"

di redazione politica

Il leader di Italia Viva rilancia: "Dopo la denuncia di Bisignani e Madron molti hanno preferito tacere. Stupisce la rassegnazione". Poi la frecciata a Visco

Giornalisti intercettati, Renzi: "Il Copasir investito del problema"

Dopo l'anteprima di affaritaliani.it sul libro di Luigi Bisignani e Paolo Madron "I potenti al tempo di Giorgia", il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha rilanciato la notizia con forza, provocando la reazione del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano: "Dal momento dell'insediamento di questo Governo non ho mai autorizzato, quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, alcuna forma di intercettazione a carico di esponenti politici o di giornalisti". Ma oggi, in nuovo editoriale su Il Riformista, Renzi ribadisce le accuse: "Il Copasir - scrive Renzi - è stato ufficialmente investito del problema. Mi colpisce per, che dopo la denuncia di Bisignani e Madron molti abbiano preferito tacere e che sia stato necessario il nostro intervento per richiedere il rispetto di una regola basica di cultura istituzionale".

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"Una democrazia che intercetta, senza comprovata ragione e autorizzazione, parlamentari e giornalisti smette di essere una democrazia". Renzi ne ha anche per l'attuale classe dirigente: "La sensazione è che abbiamo una classe dirigente più mediocre del passato. E non lo scrivo solo perché ieri ho ascoltato le banali considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia Visco e subito ho avuto la nostalgia di quando la Banca d'Italia era guidata da autorevoli personalità. Lo scrivo anche perchè in tutti i settori avvertiamo la mancanza di dirigenti che ci sappia far fare il salto di qualità".