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Politica
Tria: "Manovra prudente che va nella direzione giusta. Voto 8". Intervista
Giovanni Tria

Manovra, Tria ad Affaritaliani.it: "Concentrare le risorse per combattere gli effetti dell'aumento dei prezzi è giusto, l'impatto sul deficit è moderato"


Giudizio positivo. Voto 8 per la prima Legge di Bilancio del governo guidato da Giorgia Meloni. A commentare la manovra che sta prendendo forma in queste ore e che è all'esame del Consiglio dei ministri è l'ex titolare dell'Economia Giovanni Tria, che ha guidato il Mef durante il Conte I e che è professore onorario di economia all'Università Tor Vergata di Roma.

"Al di là dei singoli provvedimenti e di come è formulata nel dettaglio, lo vedremo con calma, il giudizio sulla manovra è tecnicamente positivo", spiega Tria ad Affaritaliani.it. "L'impianto generale appare molto prudente, corretta la scelta di concentrare le risorse sulla mitigazione dell'impatto dell'inflazione. Sia per andare in soccorso a chi non ce la fa, sia imprese sia famiglie in difficoltà, sia per frenare la spirale prezzi-salari che rischia di far crescere ulteriormente l'inflazione. Per questo motivo concentrare le risorse per combattere gli effetti dell'aumento dei prezzi è giusto, l'impatto sul deficit è moderato. Non aumenta il debito e le risorse arrivano da tagli di bilancio. Se guardiamo a tutti i bonus che ci sono, nel bilancio da tagliare c'è moltissimo".

L'ex responsabile di Via XX Settembre, quindi, dà un giudizio positivo. "Voto 8 alla manovra, anche se poi dovremo vedere e valutare i dettagli. Speriamo venga formulata bene, ma si tratta di un provvedimento prudente che va nella giusta direzione". Non solo. "Lo spread è in ribasso e anche se a volte i mercati reagiscono in maniera irrazionale, si tratta certamente di un elemento da valutare positivamente".

Passando poi al tema delle pensioni, con Quota 103 (41+62) per evitare il ritorno della Legge Fornero, Tria afferma: "A parte i problemi legati ai vari scaloni, e quindi a provvedimenti transitori, va comunque messo in conto che occorre allungare il periodo di lavoro e quindi di inizio dell'età pensionabile. Giusto il principio della libertà di scelta, e quindi chi lavora più anni poi percepisce di più come assegno pensionistico, ma va tenuto presente l'allungamento dell'aspettativa di vita e quindi l'idea che i cittadini possano beneficiare della pensione molto presto è fuori dalla storia".

Sulla revisione del reddito di cittadinanza, introdotto proprio quando Tria era al Mef, Meloni ha scelto la strada della riforma graduale. "Chi non è in grado di lavorare va aiutato dallo Stato ma questo fa parte dell'assistenza alla povertà. Un sostegno come il RdC - e la legge obiettivamente è stata scritta male - ha avuto un effetto negativo specialmente in alcuni settori su chi invece può lavorare. In alcune zone del Paese il costo della vita è molto basso e con il RdC si può in qualche modo tirare a campare senza lavorare, ed è da evitare. Comunque serve calma e responsabilità anche in questo settore, la misura non ha un grande impatto sul bilancio dello Stato. Uscire da questo sistema è giusto, ma senza fretta".

Infine l'estensione della Flat Tax per le Partite Iva fino a 85mila euro di reddito. "Quando si fissano dei tetti c'è sempre un problema perché qualcuno vuole sempre rimanere sotto il limite, o simulare di stare sotto. Ormai la progressività è rimasta solo per i lavoratori dipendenti e il sistema fiscale nel suo complesso è tutto da rivedere, con calma e senza fretta. Se si aumentano i tetti verso l'alto si spingono molti a cercare di restare sotto, un po' come accadde con la riforma dell'Articolo 18 anni fa sul numero dei dipendenti delle aziende", conclude Tria.

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giovanni triagoverno meloni manovralegge di bilancio





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