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Politica
Giustizia, Governo "sorpreso" dalle parole dell'Anm. Poi difende la tripletta

Scontro Governo - toghe. La difesa a spada tratta di Palazzo Chigi della tripletta

In questo quadro, il caso Delmastro (con la richiesta di ingiunzione coatta) e la vicenda che riguarda la ministra Santanchè, per Giorgia Meloni - ribadiscono fonti qualificate di palazzo Chigi, come riporta l'Ansa - sono emblematiche in negativo, da un lato per l'assurdità delle procedure, nel secondo caso perché c'è stata una sortita contro il Parlamento. In sintesi, non si può mettere in discussione il ruolo delle istituzioni, non si può interferire con le comunicazioni alle Camere di un ministro della Repubblica facendo uscire sugli organi di stampa informazioni coperte da riservatezza. Per questo motivo, Santanchè "non può dimettersi" e nessuno nel governo, a cominciare dalla premier, le chiederà di dimettersi. Di sicuro, nel caso di un voto di sfiducia la maggioranza di centrodestra si compatterebbe a sostegno della ministra.
Pertanto, nessun "capro espiatorio", la responsabile del Turismo sarà difesa a spada tratta. Un concetto che viene confermato in ambienti dei partiti della maggioranza, anche se declinato aggiungendo altre valutazioni che alla fine rafforzano la logica di palazzo Chigi.

Resta la variabile Mattarella - si valuta ancora in ambienti della maggioranza - anche se in questo momento nessuno sembra in grado di prevedere se e quando il Capo dello Stato, che è anche presidente del Csm, potrebbe intervenire e, soprattutto, su quale direttrice. Tra l'altro, l'Anm - si sottolinea in alcuni settori del centrodestra come riporta l'Ansa - non sembra un corpo monolitico, non c'è un consenso unanime verso le parole del presidente Santalucia. Intanto, il rapporto tra la premier e il presidente della Repubblica è ottimo, si rimarca in ambienti di governo, si sentono e si vedono periodicamente.E non ci sarebbe sentore che il presidente della Repubblica abbia intenzione ora di intervenire su questi temi.

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