Governo, con Gentiloni finalmente Rutelli giunge al potere - Affaritaliani.it

Politica

Governo, con Gentiloni finalmente Rutelli giunge al potere

Giuseppe Vatinno

Un altro successo della sinistra Dc

Paolo Gentiloni sarà il prossimo Primo Ministro e così potremmo dire che Francesco Rutelli ex sindaco di Roma ce l’ha fatta a raggiungere l’agognato obiettivo del potere governativo che per molto tempo ha cercato invano. Tale traguardo non sarebbe naturalmente direttamente agguantato ma per interposta persona; nella vita occorre accontentarsi e questo è il segreto della felicità.

Intendiamoci, anche Renzi è una creatura di Rutelli che tirò su a pane cicoria e Clinton, ma il fiorentino si mostrò sempre piuttosto indipendente dal romano anche perché non ne voleva la vicinanza formale vista la bassa popolarità dell’ex radicale.
In ogni caso Rutelli riuscì a piazzare Filippo Sensi suo uomo alla comunicazione di Palazzo Chigi (e -in verità- anche a quella del partito) mentre Luciano Nobili altra sua creatura andò alla vicepresidenza del Pd romano; entrambi hanno contribuito sensibilmente alla caduta di Renzi, il primo sbagliando tutta la comunicazione sul referendum, il secondo distrutto dalle amministrative romane e dalla vicenda Marino.
In ogni caso Paolo Gentiloni è la terza e più alta carta che Rutelli si può giocare.
Intanto diciamo che Gentiloni è di sinistra ma nobile come si addice da secoli ai veri potenti.
Discende infatti dalla blasonata casata dei Gentiloni Silverj da Filottrano che già espressero un politico il secolo scorso, il sempre nobile Vincenzo Ottorino sempre in Gentiloni che fu dirigente dell’Azione Cattolica.
Gentiloni moderno nasce a Roma nel 1954 e frequenta da subito ambienti cattolici e segue tutto il percorso di quelli che poi sarebbero divenuti noti nello zoo politico come catto-comunisti.
Occupa il liceo Tasso di Roma e poi si infatua appunto di Mario Capanna per passare poi a Democrazia Proletaria. È direttore de “La Nuova Ecologia” rivista di Legambiente.
In quel tempo conosce Rutelli allora sindaco di Roma e ne diventa portavoce nel 1993 e poi Assessore al Giubileo e al Turismo. Si fa quattro legislature partendo dalla Margherita. È ministro delle comunicazioni nel 2006 - 2008 con il governo Prodi II. Dal 2014 è ministro degli esteri al posto di Federica Mogherini che diventa Lady Esteri della Ue. Nel 2012 tenta le primarie Pd per fare il sindaco di Roma ma arriva solo terzo dopo Marino e Sassoli.
Ma quali sono i rapporti tra Rutelli e i suoi ex uomini?
In genere buoni se si considera che Rutelli ha ancora in mano una fitta e complessa rete di contatti ed ha buone frequentazioni con il Vaticano dopo la “conversione” dall’ateismo materialista radicale.
Quello quindi che si delineerebbe in caso Gentiloni divenisse Primo Ministro è una ulteriore vittoria della corrente di sinistra della Democrazia Cristiana che -con buona pace di Togliatti -ha fatto letteralmente a pezzi dall’interno gli ex comunisti nel Pd.
Intendiamoci, Gentiloni non gestirebbe comunque un grande potere visto che il suo governo sarebbe di scopo e cioè arrivare alle elezioni nella finestra temporale di aprile - giugno 2017 (vitalizi parlamentari permettendo che scattano a settembre, variabile questa assolutamente fondamentale in Italia) con in tasca una legge elettorale che è quello che interessa a Mattarella e a Renzi quindi poco più, dal punto di vista puramente amministrativo, di una ordinaria amministrazione.
Però il prossimo premier farà le nomine delle grandi aziende pubbliche in primavera prossima e questo non è poso soprattutto in campagna elettorale.
Mattarella ha bisogno di stabilità e di gestire al meglio la crisi senza colpi di teatro istituzionali e proprio questa prevedibile necessità ha prodotto le prime tensioni con il premier dimissionario che voleva votare subito per non essere rosolato a fuoco lento nel banchetto politico prossimo venturo. Renzi pare aver capito (sempre che non sia un doppio gioco per ripapparsi l’incarico, si tenga conto che parliamo di ex democristiani) che ci vuole del tempo e quindi preferisce Gentiloni perché non ha parlamentari e dal suo punto di vista non costituisce quel naturale pericolo che i traghettatori divengono dopo essere stati un po’ al potere come è accaduto a Mario Monti, poi politicamente scomparso nel nulla che però danni nel breve ne possono fare e questo il leader toscano lo sa ed agisce di conseguenza.
Rutelli in questo caso potrebbe gestire un “effetto Gentiloni” per cercare di tornare un po’ a galla ed avere una qualche visibilità dopo l’esito negativo della sua “Prossima Roma” che doveva fare di lui il King Maker di Marchini e/o Giachetti ma lo scettro era un po’ usurato e poco funzionale alla bisogna.
Nel frattempo si è dato al cinema essendo diventato Presidente dell’ Anica ma è sempre pronto alla bisogna a tornare nel polveroso agone politico nazionale.