Politica
Governo Conte, Pomicino: esito scontato, ok fiducia ma sarà sempre più debole
Trame dietro le quinte. Casini, gli ex 5 stelle, l’insidia Pd che vuol far fuori Conte, Veltri. Pomicino: Problemi sempre più grandi e governo sempre più debole
Un mondo capovolto per il presidente del consiglio Giuseppe Conte: il migliore alleato, il Pd, lo lavora ai fianchi; i 5 Stelle espulsi che per appoggiarlo chiedono garanzie di rielezione; Pier Ferdinando Casini che indica con precisione chirurgica problema e soluzione; e i tanto disprezzati ex politici della prima Repubblica (su fronti opposti, Cirino Pomicino ed Elio Veltri) a cui basta mezza battuta per svelare l’esito del voto in Senato.
Casini aveva già dato una “pennellata” sul problema che più affligge Conte, il rancore, il risentimento con il quale ha reagito agli affondi di Matteo Renzi.
Per il leader bolognese la soluzione alla crisi ha una sola via: un rimpasto con Italia Viva. Ma è una strada che Conte non vuole imboccare, almeno per ora. Casini: “Meglio sbagliare insieme che avere ragione da soli”. Ricordando: “Lei, presidente, ha governato con Salvini e col Pd, apprezza Trump e Biden, dunque non esistono cose incancellabili… recuperiamo un percorso comune con Italia Viva”.
Ma dietro Renzi c’è il Pd o almeno una parte di esso. Lo ha fatto capire esplicitamente il leader toscano manifestando a Conte le proprie critiche. Quel partitone di via del Nazareno che sa che andare al voto in questo momento sarebbe un suicidio non per la pandemia ma per l’esito in favore del centro-destra.
Si è votato negli Usa, Colombia, Venezuela, si voterà a giorni in Portogallo, ma in Italia è tabù, c’è il Covid.
Il Pd sa pure che continuare con Conte fino a fine legislatura non precluderebbe il solito esito: la vittoria del centro-destra. Allora l’idea è di cambiare passo con un proprio leader al comando. Intanto logorare l’avvocato di Foggia, fino a sfinire il M5S, per sostituirlo nella seconda parte della legislatura con un proprio leader e avere Italia Viva “in carrozza”. I 5 Stelle sarebbero costretti ad accettare la soluzione, obtorto collo, se vogliono continuare a prendere la pagnotta.
Ma lo spettacolo della crisi parlamentare si sta muovendo, per ora, su traiettorie diverse: Conte e i grillini cercano i numeri da tutti coloro che non vogliono andare a casa. Qualche giorno fa Maurizio Buccarella, ex 5 Stelle e senatore del Gruppo Misto, ha spiegato così il suo ingresso nella componente MAIE-Italia23, compagine che dovrebbe salvare il governo Conte sostituendosi a Italia Viva: “Perché è necessario dare una chance a quei parlamentari che vogliono continuare a costruire con Conte un’Italia nuova, moderna, che guardi al futuro”. Chance che stanno “trattando” molti di coloro che in questo momento provano a rientrare in maggioranza, ma avrebbero fatto capire che senza garanzie di un seggio sicuro non ci sarà nessun appoggio.
Lapidario ad Affaritaliani l’ex ministro democristiano Paolo Cirino Pomicino: “La crisi avrà un esito scontato. Il governo avrà la fiducia ma sarà sempre più debole e i problemi sempre più grandi. Tutto qua”.
Da sinistra Elio Veltri, scrittore ed ex parlamentare: “Vedo un parlamento molto debole e un governo fragile. Molti di coloro che siedono lì non hanno le minime competenze per fare politica che è una cosa seria. Non mi pare che siamo in una condizione tale da affrontare i problemi. Hanno parlato di tutto ma si sono pure dimenticati delle mafie che sono cresciute con la crisi. Fanno fatturati da capogiro che potrebbero sanare il debito pubblico. Vedo queste cose e resto esterrefatto. Neanche parlarne. Da non crederci”.