Politica
Governo, Conte rinsalda l'unità del governo e 'richiama' i renziani
Governo, Conte preme per intese elettorali M5S-Pd, sintonia con Di Maio. Il senso politico dell'intervista del premier a La Piazza
Rinsalda la coesione nella maggioranza di governo, bacchetta velatamente i renziani e spinge per una collaborazione ulteriore tra le due principali forze politiche che sostengono l'esecutivo, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. E' questo il senso politico dell'intervista rilasciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte a La Piazza, l'evento organizzato da Affaritaliani.it a Ceglie Messapica, Brindisi.
GIUSEPPE CONTE A LA PIAZZA DI AFFARITALIANI.IT. IL VIDEO
Intervistato dal direttore Angelo Maria Perrino, il premier compie una sorta di capolavoro quando afferma che voterà sì al referendum costituzionale per confermare la riduzione del numero dei parlamentari del 20-21 settembre ("E' un po' personale, ma al referendum io voterò per il taglio dei parlamentari"), facendo così felicissimi i 5 Stelle, ma allo stesso tempo viene incontro pienamente alla richieste di Nicola Zingaretti e dei Dem, in prima fila nel difendere l'accordo di maggioranza sulla riforma elettorale in senso proporzionale (che va proprio a completare il taglio dei parlamentari): "Sarebbe abbastanza eccentrico, singolare, se il presidente del Consiglio non sostenesse il proporzionale. Mi auguro che il dialogo prosegua e si finalizzi". Conte non cita mai Italia Viva ma le sue parole suonano come un richiamo a Matteo Renzi che nelle ultime settimane ha rinnegato l'intesa sulla nuova legge elettorale optando invece per il maggioritario.
Altro punto importante è quando il premier ha risposto alla domanda del direttore Perrino 'A cena andrebbe più volentieri con Vito Crimi o Nicola Zingaretti?' "Li porterei tutti e due, così si potrebbe parlare anche di elezioni regionali...", ha risposto sorridendo Conte. Segno che il presidente del Consiglio non è contento che l'accordo tra M5S e Pd si sia trovato soltanto in Liguria, una Regione su sei chiamata al voto a settembre, e che auspica per il futuro che i due principali partiti della coalizione di governo possano riuscire a costruire alleanze elettorali e politiche anche sui territori e non solo in Parlamento.
Da sottolineare anche le parole di Conte sul ministro degli Esteri Luigi Di Maio, visto che qualcuno in queste settimane aveva ipotizzato un po' di frizione per la linea dura dell'ex capo politico dei 5 Stelle sul tema dell'immigrazione e degli sbarchi. "Dire che il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sia 'salviniano'" sul tema immigrazione "è fargli un torto, non perché Salvini sia spregevole, ma perché l'opera è più complessa e non si limita a dire teniamoli in mare 5, 10 o 15 giorni. Dobbiamo prevenire i flussi e contenerli" dalla Tunisia e per questo "stiamo collaborando con le autorità, perché non posso chiedere sacrifici agli italiani" per evitare il diffondersi del coronavirus e poi "tollerare che arrivino in Italia migranti positivi che vanno in giro liberamente". Parole che confermano la bontà del lavoro di Di Maio con la Tunisia e un'unità di vedute tra Palazzo Chigi e la Farnesina.
Sul tema dell'Europa Conte è stato abilissimo a glissare la domanda sul Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità che divide M5S e Pd. "Molti progetti per la sanità rientrano nei piani di rilancio che saranno finanziati con i fondi europei. Mes? Intanto abbiamo attivato lo Sure, che è stato un bel regalo di compleanno, ieri". Non apre all'attivazione del Mes per non scontentare i pentastellati, ma nemmeno chiude ("Intanto...") per non deludere il Partito Democratico.
E infine l'opposizione. Conte non risparmia una frecciatina al leader della Lega con il quale lo scontro quotidiano è ormai durissimo. Alla domanda del direttore Perrino 'A cena andrebbe più volentieri con Meloni o Salvini?', il premier risponde: "Con Salvini c'è qualche difficoltà di comunicazione, confido di poter dialogare meglio con la Meloni".