Politica
Governo, Draghi depotenzia Arcuri. Non è stato invitato al vertice sui vaccini
Il commissario per l'emergenza è sempre più ai margini con il nuovo esecutivo. Al suo posto ha parlato Franco Locatelli
Governo,Draghi depotenzia Arcuri. Non è stato invitato al vertice per i vaccini
L'emergenza Coronavirus in Italia continua senza sosta. Preoccupano soprattutto le varianti e il governo sa bene che la soluzione sono i vaccini. Per questo Draghi ha convocato una riunione d'urgenza nei giorni scorsi per fare il punto sulla campagna vaccinale, ma il neo premier ha voluto segnare un punto di chiara discontinuità con il governo Conte, al vertice non ha invitato il commissario Domenico Arcuri. C'erano - si legge sul Corriere della Sera - i ministri che rappresentano tutti i partiti della maggioranza, da Giancarlo Giorgetti a Dario Franceschini, passando per Roberto Speranza. Oltre ai politici, hanno partecipato anche i tecnici. E quando bisognava fare il punto su come sta andando la campagna sui vaccini a prendere la parola è stato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità. Ha spiegato lui come stanno andando le cose.
Nel governo Conte due, - prosegue il Corriere - in occasioni simili, questo capitolo toccava a lui. Ma nella cabina di regia voluta da Draghi, dove ci sono anche il sottosegretario Roberto Garofoli e il segretario generale Roberto Chieppa, lui non c’è. Depotenziato è dire poco. Arcuri continua a lavorare sui (tanti) dossier che gli sono stati affidati. Ma sono in pochi a cercarlo nel governo. E il mare della politica si sta richiudendo velocemente. Era stato lui ad avviare i primi contatti con le aziende italiane per la produzione «autarchica» dei vaccini. Ma oggi Farmindustria — l’associazione che le rappresenta— sarà ricevuta dal nuovo ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Il mandato di Arcuri scade alla fine dello stato d’emergenza, al momento fissata al 30 aprile. Il tentativo di anticiparne di un mese la scadenza, con un’interpretazione estensiva di un articolo del decreto Milleproroghe, sembra impraticabile. Di qui la scelta di lasciarlo nel suo ruolo, almeno per ora. Ma di fatto senza fargli toccare palla.