Politica
Governo, Draghi sulla scia di Conte. Si tiene la delega ai Servizi Segreti
Per i sottosegretari il premier vuole almeno il 60% di donne. M5s, meno poltrone dopo la scissione
Governo, Draghi sulla scia di Conte. Si tiene la delega ai Servizi Segreti
Il governo Draghi è ormai operativo, dopo la fiducia ottenuta al Senato e alla Camera, ma il premier ha fretta di completare la squadra e ha chiesto ai partiti una decisa accelerata per la lista dei sottosegretari. Due - si legge sulla Stampa - i criteri fissati dall'ex presidente della Bce. Il primo: contano gli equilibri espressi durante il voto di fiducia. Questo vuol dire che il M5S, avendo perso 41 parlamentari contrari, nel governissimo del banchiere peserà meno di quanto avrebbe potuto se fosse rimasto integro. Secondo criterio: più della metà, possibilmente il 60 per cento, delle candidature dei partiti devono essere di donne. Più facile a dirsi che altro. Pare ormai certo però che il presidente del Consiglio voglia tenere per sé la delega sui servizi segreti. Come è noto, la responsabilità sull’intelligence in capo al premier è stato uno dei temi usati da Matteo Renzi contro Giuseppe Conte per scatenare la crisi sul precedente governo.
Draghi avrebbe espresso le stesse convinzioni del suo predecessore, anche se tra i partiti c’è chi non esclude che in un secondo momento il capo del governo possa affidare la materia a un’autorità delegata di provenienza tecnica. Il bilancino dei partiti della maggioranza allargata - prosegue la Stampa - conferma invece la declinazione quasi esclusivamente politica del resto dei sottosegretari. Per quanto riguarda i nomi, Pd e M5S, partiti di maggioranza del governo uscente, si manterrebbero sulla continuità. I dem scontano la bruciante polemica sulle mancate quote femminili nei ministeri e perciò sembra scontato che la spunteranno almeno cinque donne.
Dal Pd vorrebbero confermato Matteo Mauri all’Interno, a guardia di un ministero che con Matteo Salvini nel governo potrebbe infuocarsi sul fronte della sicurezza e dell’immigrazione, e Antonio Misiani all’Economia. Per il Viminale il leader del Carroccio avrebbe scelto Stefano Candiani mentre al Tesoro andrebbe Massimo Bitonci, in quota Giancarlo Giorgetti, e al Lavoro Claudio Durigon. Abbastanza certi anche altri ritorni nel M5s: Stefano Buffagni al Mise o alla Transizione ecologica, Giancarlo Cancelleri ai Trasporti, Pierpaolo Sileri alla Salute e Angelo Tofalo alla Difesa.