Governo Lega-M5S, Salvini, Di Maio e Berlusconi: ecco la verità sul governo
Governo Lega-M5S, ecco le contropartite per Berlusconi. Dalla Vigilanza Rai alle presidenze di Commissione a...
Governo Lega-M5S, forse ci siamo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno chiesto altre 24 ore al Quirinale per cercare di far nascere un esecutivo politico ed evitare quello 'neutrale' e rosa del Presidente (che non avrebbe i numeri in Parlamento). Forza Italia, come ha spiegato il Governatore della Liguria Giovanni Toti, sta ragionando sulla cosiddetta 'benevolenza critica' visto che Silvio Berlusconi non vuol sentir parlare di appoggio esterno. Il timore per il ritorno alle urne a fine luglio, praticamente certo nel caso fallisse il tentativo in extremis tra Carroccio e pentastellati, è quello di un forte ridimensionamento rispetto al già magro risultato del 4 marzo. L'ex Cavaliere - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - insieme ai colonnelli leghisti, Giancarlo Giorgetti e Gianmarco Centinaio, sta valutando una formula che consenta la nascita del governo Lega-M5S senza sfasciare l'alleanza di Centrodestra (visto che a giugno ci sono importanti elezioni comunali).
Forza Italia, in base all'ipotesi di intesa, uscirebbe dall'Aula al momento della fiducia all'esecutivo giallo-verde mentre sui singoli provvedimenti valuterebbe liberamente di volta in volta l'atteggiamento da tenere, senza preclusioni ma senza l'ok acritico. Una sorta di opposizione a metà, insomma. In cambio, Berlusconi chiederebbe (e probabilmente otterrebbe) la guida della Commissione di Vigilanza Rai (che per prassi spetta all'opposizione, essendo un organismo parlamentare di controllo. Al Partito Democratico andrà invece il Copasir) e almeno tre presidenze di Commissioni permanenti sia alla Camera sia al Senato. Non solo, sono le indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, il leader di Forza Italia avrebbe anche garanzie sul Ministero dello Sviluppo Economico, sull'Agcom e sul contrasto alle mire di Vivendi (ormai ridimensionata) in Italia. Insomma, garanzie sulle aziende di famiglia. Resta da valutare il ruolo di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. La Lega spingerebbe per un ingresso della politica romana nel governo, ma Di Maio preferirebbe lo schema della 'benevolenza critica' anche per Fdi e circoscrivere l'intesa solo a due.