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Mantovano: "La telefonata finta? Meloni lo aveva capito subito"

di redazione politica

All'indomani della chiamata ricevuta "a tradimento" dai due comici russi, abbondano le difese "a spada tratta" ma anche le "stoccate" delle opposizioni

Meloni e lo scherzo telefonico, la difesa del sottosegretario Mantovano: "Ha capito subito"

Alfredo Mantovano ci tiene a ridimensionare il caso della trappola tesa alla premier Meloni con la telefonata "fake". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega ai servizi, infatti, interpellato dai cronisti del Fattoquotidiano.it all'entrata di Palazzo Chigi, ha risposto con fermezza: 'Il presidente del Consiglio l'ha capito subito''. Subito? ''E certo'', ha risposto Mantovano prima di rientrare a Palazzo Chigi senza rispondere alle altre domande sul caso. 

Pertanto il fedelissimo di Giorgia Meloni si è limitato a ribadire quanto già trapelato ieri - riporta il Foglio - e cioè che Meloni fosse indispettita dall'atteggiamento del diplomatico africano "fasullo" (Moussa Faki ndr) - dietro cui si nascondevano Vovan e Lexus; la coppia vanta una lunga serie di scherzi illustri, da Angela Merkel a Pedro Sanchez.

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Ciò ovviamente non cancella le falle di sicurezza rivelate dallo scherzo telefonico, né chiarisce come mai Palazzo Chigi non ne abbia dato notizia prima, aspettando invece che fossero i comici a pubblicare l'audio. "Certamente c'è stata una superficialità da parte di chi ha organizzato la telefonata e questo non deve più accadere", ha ammesso questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre nella maggioranza c'è chi dietro la telefonata evoca la guerra ibrida e la regia del Cremlino allo scopo di cavare qualche parola compromettente sulla guerra in Ucraina. Obiettivo che, in particolare sul conflitto scatenato da Putin, il ministro nega sia stato raggiunto. "Le parole della presidente Meloni sono un chiaro segnale di conferma di quella che è la linea politica del nostro paese", ha aggiunto Tajani.

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Mosca: "Meloni giustifica glorificazione fascisti ucraini"

Come riporta l'Ansa, commentando la conversazione di Giorgia Meloni con il duo di comici russi Vovan e Lexus, la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha criticato la premier per non aver condannato le correnti ultranazionaliste nella politica ucraina, e le ha paragonate al fascismo italiano. Zakharova cita in particolare la risposta data da Meloni al presunto politico africano con cui credeva di parlare, il quale le ricordava l'eredità nella politica ucraina del leader nazionalista Stepan Bandera, "che la Russia presenta come Hitler". "Non sono d'accordo su questo - afferma il presidente del Consiglio -, penso che il nazionalismo sia un problema che ha Putin". Poi, di fronte all'insistenza dell'interlocutore, Meloni aggiunge che gli ucraini "stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli". Sul suo canale Telegram Zakharova afferma che in questo modo Meloni ha detto che il governo di Kiev "ha il diritto di glorificare" nazionalisti ucraini come Bandera e Roman Shukhevych. La portavoce della diplomazia russa, rivolgendosi idealmente alla premier, le chiede se sarebbe pronta a glorificare dirigenti fascisti come Achille Starace o Achille Pavolini, "o le famigerate Brigate Nere che operarono tra il 1943 e il 1945 nell'Italia settentrionale come ala militare del Partito repubblicano fascista". "Capisco - insiste Zakharova - che lei sia molto occupata con faccende molto importanti ed è improbabile che trovi il tempo per i libri. Ma sicuramente può trovare un'ora e mezza per un film. 'Der Fall Collini' è un film tedesco in cui appaiono anche attori italiani. Nessuno la accuserà di lasciarsi trasportare dalla propaganda del Cremlino. E forse capirà".

Premier Meloni, Renzi sulla telefonata fake: "Giorgia, non fare la vittima. Fatti aiutare"

Non sono mancate le critiche da parte delle opposizioni, la segretaria dem Elly Schelin ha definito "sconcertante" quello che è accaduto, invitando Meloni a spiegare come è stato possibile. Mentre per l'ex premier Matteo Renzi, "la figuraccia danneggia non tanto la presidente del Consiglio, ma la credibilità del Paese. Un peccato. Giorgia, non fare la vittima. Fatti aiutare. La storia della telefonata dei due comici russi non può essere derubricata a scherzo telefonico".

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L'accaduto ha "scomodato" anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova che ha accusato Meloni di glorificare il nazionalista e nazista ucraino Stepan Bandera. La frase incriminata di Meloni è: "Gli ucraini stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli".