Politica
Governo Meloni: una manovra di bilancio all'insegna della prudenza
"Non butto via la mia credibilità per realizzare misure che potremo approvare senza strappi tra sei mesi. Ogni passo va ragionato"
Molti forse sono rimasti sorpresi, non solo gli alleati, da tanta prudenza ed oculatezza da parte di un governo politico, che ha stravinto le elezioni. Ma la situazione è già così complicata che parrebbe davvero controproducente rischiare di creare tensioni con i mercati internazionali sul debito pubblico con mosse avventate sul piano dei conti pubblici. D’altra parte anche all’opposizione del governo Draghi, soprattutto negli ultimi tempi, la Meloni era sembrata molto attenta alla tenuta del bilancio pubblico, forse già preconizzando che la patata bollente sarebbe presto passata nelle sue mani.
E’ singolare che forse per la prima volta un governo politico abbia intenzione di assumere un atteggiamento così misurato ed attento ai conti pubblici, compito solitamente riservato in passato a governi tecnici, non “compromessi” con questioni elettorali. Ma Giorgia Meloni è stata chiara fin dall'inizio ed ha avvertito tutti i ministri: la priorità è quella delle bollette per famiglie ed imprese a cui sarà destinata la grande parte della manovra (20 miliardi di euro) e per il resto si dovrà procedere con misura e con cautela, anche se questo potrà certamente creare frizioni con gli alleati. Come nel caso delle cartelle esattoriali o del reddito cittadinanza, verso il quale si sta pensando di adottare modifiche molto più graduali di quelle previste in campagna elettorale.
«Non butto via la mia credibilità per realizzare misure che potremo approvare senza strappi tra sei mesi. Ogni passo va ragionato e accompagnato dalla sostenibilità dei conti». Ha detto la premier domenica, impegnata a Palazzo Chigi a limare gli ultimi aggiustamenti alla manovra di concerto con i tecnici di via XX Settembre. Come dire che per i sogni c’è tempo, perchè ora è il tempo della concretezza e della transizione per portare il paese fuori da una situazione assai critica e che presto potrebbe anche peggiorare. Anche a costo di attirarsi qualche critica e nuove incomprensioni con gli alleati. Per mettere d’accordo tutti e pensare al resto evidentemente è convinta che saranno sufficienti cinque anni.