Politica
Governo rimpasto, ecco quando, i ministri che escono e quelli che entrano
Governo rimpasto, il Pd pronto a chiedere al Movimento 5 Stelle di rinunciare a un ministero
Rimpasto rinviato a gennaio, subito dopo le feste di Natale e di Capodanno. Fonti qualificate del Partito Democratico assicurano ad Affaritaliani.it che l'"aggiustamento" della squadra di governo è soltanto rinviato. L'obiettivo, visto l'esito delle elezioni regionali e comunali, che nel quartier generale Dem è "sempre ben presente", è quello di asciugare la componente del Movimento 5 Stelle all'interno del governo, al fine di "riequilibrare la squadra in base ai risultati elettorali".
Il rinvio del capitolo rimpasto all'inizio del prossimo anno è legato a tre fattori fondamentali per il Paese: la messa a punto del Recovery Plan per non perdere i soldi del Recovery Fund, la costruzione di una difficilissima Legge di Bilancio per il 2021, che dovrà anche fronteggiare la fine della cassa integrazione e del divieto di licenziare, e, ovviamente, la nuova impennata di contagi e di casi positivi che potrebbe portare a un inasprimento delle sanzioni per chi non usa la mascherina e a nuove restrizioni, ad esempio per locali pubblici, ristorante, bar e palestre.
Nicola Zingaretti continua a escludere un suo ingresso nell'esecutivo, nonostante il vicesegretario Andrea Orlando spinga in questa direzione, anche perché in quel caso prenderebbe lui in mano le redini del Partito Democratico. L'ipotesi più probabile, spiegano sempre fonti Dem, è quella che alla fine nel governo entri Graziano Delrio, e Orlando prenda il suo posto nel ruolo di capogruppo del Pd a Montecitorio. L'attuale presidente dei deputati Pd andrebbe alla guida del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture al posto di Paola De Micheli, che sul tema Autostrade/Aspi ha avuto non poche divergenze con Palazzo Chigi e con il M5S.
Sono due le ministre grilline donne che rischiano fortemente la poltrona, Nunzia Catalfo (Lavoro) e Lucia Azzolina (Istruzione). Ma il combinato disposto tra le richieste dei renziani di Italia Viva, che attaccano soprattutto sul caos scuola, e la necessità dei pentastellati di difendere con i denti e con le unghie il reddito di cittadinanza, misura simbolo del Movimento, porta la Azzolina ad essere in pole position per l'uscita dalla compagine governativa. Gli stessi renziani oggi la difendono di fronte alla mozione di sfiducia della Lega e per non lasciare le scuole senza guida all'inizio dell'anno, ma certo non hanno dimenticato le durissime critiche dei mesi scorsi.
Al posto della Azzolina è quasi certa la promozione dal ruolo di viceministro a quello di ministro della Dem Anna Ascani, vicina anche al leader di Italia Viva. Insomma, il Pd non dimentica la batosta elettorale presa il 20-21 settembre dal M5S, aspetta che si calmino le acque e prepara l'affondo (rimpasto) subito dopo le feste di Natale.