Politica

Grillo fa il populista con Cina e Russia. Ritorna a fare il giallo-verde

Di Giuseppe Vatinno

Il comico è un trasformista nato e ora ha fiutato che gli conviene essere di nuovo di “destra”. L'analisi

Il post non è suo ma è di un professore che pare sia un associato all’Università di Pechino. Si tratta di una stanca ripetizione di concetti usurati ma che cercano di irretire chi ci casca. “La costruzione del mostro”, “La minaccia interna” che dietro alla solita retorica apparentemente pacifista cerca di solleticare i complottisti che abbondano ancora in gran numero tra il popolo boccone di Grillo.

Ci sono i soliti riferimenti alla CIA, ai “tecnicismi” in cui l’élite mondiale si rifugia per truffare l’ingenuo e saggio popolo (di cui i grillini sarebbero i rappresentanti) con uno scorretto riferimento alla crisi dei prodotti derivati. C’è la solita retorica dei “giornaloni” e dei grandi media che complottano giorno e notte per deformare la realtà informativa e poi c’è naturalmente la tirata pro Cina dove il prof insegna e che si collega alla recente “visita dei palloncini”, effettuata qualche giorno fa dallo stesso Grillo al nuovo ambasciatore cinese a Roma.

Il prof ci illustra appunto come i medioni occidentali stiano costruendo la “retorica del mostro” e poi citazioni come quella per cui: “L’implacabile narrazione occidentale secondo cui l’Occidente è nobile, mentre la Russia e la Cina sono malvagie, è ingenua e straordinariamente pericolosa. È un tentativo di manipolare l’opinione pubblica, invece di fare i conti con una diplomazia molto reale e pressante”.

Ed infine l’attacco agli USA e pro Cina, ognuno tira l’acqua al suo mulino: "Sembra surreale il modo superficiale, banalizzante e fazioso con cui i “grandi” media continuano a “narrare” la guerra russo-ucraina, che, come noto, è una guerra voluta e perseguita da alcuni strateghi Usa ormai da molti anni, nella teoria come nella prassi". Insomma sembra di avere davanti di nuovo il Grillo che a nuoto come Mao attraversava lo Stretto al suono delle fanfare dei corifei di alti sacerdoti di un basso culto.

A questo punto la domanda è: quanti elettori ci cascheranno nuovamente cedendo alla melodia di questo pifferaio magico? Uno che chiamava il PD PDL –L, uno che sbraitava contro il sindaco di Bibbiano e che poi c’ha fatto subito il governo giallo – rosso quando gli è convenuto? I Cinque Stelle non sono niente perché sono tutto e il contrario di tutto e nella brodaglia indistinta ci si sguazza bene perché si può dire tutto il contrario di tutto, esattamente come fa Giuseppe Conte che almeno ha il merito di aver sfilato il partito al furbacchione della Lanterna.