Politica
I parlamentari M5S chiamano Grillo per indirizzare Conte
M5S, Beppe non vuole le elezioni nel 2022 e vuole salvare l'alleanza con il Pd
Il fondatore del Movimento in questi giorni è letteralmente sommerso da telefonate e da messaggi di numeri deputati e senatori pentastellati
"L'energia da fusione non sarà un fattore nella lotta contro il cambiamento climatico". Da Beppe Grillo è arrivato l'ennesimo schiaffone al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che avrebbe dovuto essere una sorta di esponente ombra grillino all'interno del governo Draghi e che invece sembra essere il nemico numero del fondatore del Movimento 5 Stelle. Ma la domanda che in molti si fanno in queste ore è che cosa vuole Grillo? Qual è la sua strategia politica visti i continui interventi su materie politiche 'calde' e le incursioni nell'agenda dell'esecutivo?
Fonti qualificate spiegano che in realtà il fondatore del Movimento in questi giorni è letteralmente sommerso da telefonate e da messaggi di numeri deputati e senatori pentastellati che gli chiedono continuamente di intervenire, di farsi sentire, a causa delle difficoltà di Giuseppe Conte che, spiegano le fonti, non sarebbe in grado di dare una direzione chiare al M5S.
In sostanza, Grillo sarebbe chiamato in causa dai suo parlamentari, una sorta di richiesta a rimettersi in campo con incursioni sui temi originali e storici del Movimento per colmare un vuoto politico e programmatico. Non solo. Dal punto di vista delle alleanze Grillo è preoccupato per la freddezza dell'ex premier sulla costruzione di un'intesa politica ed elettorale con il Partito Democratico. L'ex comico genovese ha fatto la sua scelta di campo e crede fortemente nell'asse con Enrico Letta, senza nemmeno escludere l'Ulivo allargato (o Ulivo 2.0) con i centristi di Italia Viva e Azione.
Ma Conte non fa altro che litigare con Matteo Renzi e Carlo Calenda, come si è visto sull'ipotesi poi tramontata di candidarsi alle suppletive romane, e questo rischia di relegare il Movimento in una posizione isolata, anche e soprattutto sulla partita delicata del Quirinale che si partirà dopo le feste di Natale.
E, infine, ci sono le possibili elezioni politiche in primavera. Conte accarezza l'idea di andare al voto per poter fare le liste e mandare in Parlamento fedelissimi ("Un leader che sta realizzando questo progetto ha l'ambizione di presentarsi alle elezioni politiche con un programma complesso. Vorrei entrare in Parlamento dalla porta principale", ha detto oggi l'ex presidente del Consiglio), visto che oggi controlla forse il 20-25% dei parlamentari pentastellati.
Ma Grillo - spiegano fonti qualificate - sa che il voto a maggio sarebbe una sorta di "bagno di sangue" con il forte rischio di un ridimensionamento oltre le previsioni con risultati sotto il 5% in molte zone del Nord Italia. Per quanto riguarda il Quirinale, a Grillo non dispiacerebbe l'ipotesi Draghi purché prima si trovi un'intesa nella maggioranza per salvare la legislatura e arrivare fino al 2023. In alternativa, via libera a un candidato non di parte possibilmente donna, come ad esempio Paola Severino.
Insomma, il fondatore del M5S, obtorto collo, è costretto a farsi sentire e a intervenire quasi quotidianamento perché chiamato direttamente in causa dai suoi stessi parlamentari.