Politica
I centri sociali vanno chiusi. Serbatoi di voti e solo violenza










Salvini è l'unico che il coraggio di dirlo
'Gramna, la mitica imbarcazione dei barbudos di Fidel Castro, Zapata, Belfagor, lo storico Leoncavallo a Milano, il Kollasso di Caserta, Intifada a Empoli, Al Confine di Cesena, Casa Pound' sono alcuni dei nomi inquietanti delle oltre 200 strutture autogestite e in molti casi occupate abusivamente (il numero è di difficile acquisizione), i cosiddetti centri sociali che, solo Matteo Salvini tra i politici, ha il coraggio di promettere di voler chiudere.
Forza Italia, lo stesso PD mettono sempre la sicurezza tra i cavalli di battaglia dei loro programmi, ma nessuno ha però mai affrontato con tale decisione queste realtà dove la legalità è un concetto molto elastico.
FENOMENI DEGLI ANNI 70 PER LA SINISTRA EXTRAPARLAMENTARE
Nati negli anni '70, soprattutto sotto la pressione della sinistra extraparlamentare, sono cresciuti negli anni '80 (anche se in misura minore) con l'avvento di quelli legati alla destra.
In quegli anni centri potevano avere una ragione d'essere. Un voler essere vicini ai giovani, aiutarli a cercare nuovi modi di fare cultura o magari fornire supporto temporaneo a figure deboli della società come prigionieri e rifugiati.
LE VIOLENZE A NAPOLI E BOLOGNA
Ora dopo le molteplici espressioni di violenza, le ultime a Napoli a Fuorigrotta con la devastazione e i feriti (in particolare tra i membri della polizia) e le penultime a Bologna, ci si chiede perché non possano essere sgomberati e soppressi.
Se poi vengono alla mente le parole 'black blocks' o ultras, uniti molto spesso negli episodi di devastazione cittadina, la necessità di una legge per chiuderli e di azioni coerenti a seguire appare abbastanza urgente.
Troppo opaca risulta essere la linea di confine tra legalità e illegalità. Una sorta di impunità invocata in nome di un improbabile concetto di cultura.
L'OCCUPAZIONE ABUSIVA È ANCORA UN REATO
L'occupazione di luoghi pubblici e privati, il metodo piuttosto comune di creazione di un centro sociale, è considerato un reato in quanto atto lesivo nei confronti dei proprietari.
Ed allora perché da sempre tanta timidezza dalla politica nei confronti dei centri sociali?
CENTRI SOCIALI COME SERBATOI DI VOTI
La prima ragione è facile da comprendere: rappresentano serbatoi di voti sia a favore che contro. E il sindaco De Magistris, che ha sempre appoggiato quelli della sua Regione, lo sa bene.
Il facile populismo sui temi della cultura libera e della socialità è musica per le orecchie di tanti che, al riparo di tali paraventi, possono sentirsi liberi di occupare e seminare violenza.
'LI CHIUDEREMO 'DICE MATTEO SALVINI
Ecco perché le dichiarazioni del capo della Lega 'appena saremo al Governo li andremo a chiudere' sono forti ma dimostrano finalmente idee chiare (almeno su questo specifico punto) e una mancanza di ipocrisia pelosa.
La maggioranza degli italiani, di fronte ad edifici requisiti, in totale degrado dove si alterna gente di tutti i tipi e dove la polizia ha il divieto di ingresso, non fatica a pensarla in questo modo.
Di centri per migranti, in questo periodo storico, ne abbiamo già a sufficienza, come pure di location per attrarre persone indefinite.
Se alla stragrande parte del paese vengono richiesti comportamenti legali è doveroso domandare a tutti lo stesso modus operandi.
La cultura, il sociale, la musica o la multiculturalità non possono essere salvacondotti per promuovere l'illegalita'.