Politica

"Il governo non cade. Ecco perché. Lo sanno tutti, per questo litigano"

Alberto Maggi

Lite M5S-Lega/ Intervista di Affaritaliani.it a Guido Crosetto

Caso Siri e Raggi. Scontro Di Maio-Salvini. Tensione nel governo. Che cosa accadrà? Quali prospettive per la maggioranza e la legislatura? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d'Italia che da poche settimane ha lasciato il Parlamento ma resta un grande osservatore ed esperto di politica e del Palazzo.

Siri-Raggi, scontro nella maggioranza. Il governo cade o no?
"Non cade perché non c'è alternativa. I governi cadono se ci sono alternative politiche e numeriche e in questo caso non c'è un'altra maggioranza. E non si può neanche andare alle elezioni visto che ci sono già le Europee, quindi sono costretti a durare. E' una cosa che sanno tutti, compreso Di Maio e Salvini, ecco perché possono alzare i toni. Sono tutti consapevoli che non possono che durare. Poi non si deve dimenticare che le elezioni europee sono proporzionali e quindi spingono tutti contro tutti".

Che cosa pensa dell'inchiesta sul sottosegretario Siri?
"Uno che frequenta una persona suo collega in università e parlamentare accusato perché quella persona potrebbe... Mah, troppi “se”, “sembra”, “forse”, “si dice”. Dà l’impressione più di un processo alle intenzioni che a fatti circostanziati. Io non so se sia colpevole o innocente, non conosco le carte. Ma da quello che ho letto francamente c’è poco o nulla. La cosa più grave della vicenda è l’ennesima fuga di informazioni dalle procure alle prime pagine di certi quotidiani. Il dibattimento, il processo, le garanzie non esistono più: faccio qualche intercettazione, la interpreto, la do ad un giornalista amico ed uccido un uomo politico. Funziona così da troppo tempo".

E la Raggi? Salvini continua a dire che dovrebbe andare a casa...
"Se vedo i frutti della sua amministrazione non si può certo dire che sappia governare. Vero che Roma è una città molto complessa e che la burocrazia della Capitale è quasi impossibile da gestire, ma lei mi pare inadatta a fare il sindaco di una grande città. Non tutti siamo bravi a fare tutto, lei sarà brava in altre cose, non a guidare Roma. Basta vederla e paragonarla con qualunque altra capitale o grande città. La scusa che altri erano altrettanto incapaci non la salva. Ciò detto, Roma forse andrebbe commissariata con una pedina forte per qualche anno...".

Chi ha il pallino in mano in questo momento? Di Maio o Salvini?
"Tutti e nessuno, ovvero entrambi. Insomma, 'simul stabunt simul cadent'. Salvini è più forte ma solo perché ha un partito vero, solido, organizzato dietro di cui lui è il capo supremo e assoluto. Invece Di Maio è il leader protempore di un partito in cui deve costantemente guadagnarsi la leadership, in cui non può decidere tutto da solo ma deve sempre mediare con le varie anime e con i fondatori storici. Quella di Di Maio è una posizione più difficile, Salvini decide e fa. E i suoi li sente sempre dopo, mai prima".

E il premier Conte?
"Deve guidare una macchina complessa e trovare l'equilibrio fra due partiti profondamente diversi tra loro. Ogni giorno vengono al pettine ogni tipo di diversità. Ma per capire che sarebbe stato così bastava leggere i programmi elettorali di M5S e Lega, li hanno sintetizzati in un contratto ma è difficile sintentizzare diverse sensibilità, come ad esempio su opere pubbliche e strategiche, sul rapporto con l'industria e con l'ambientalismo militante. Ma anche sulla giustizia. Diversità enormi e profonde".

Il Centrodestra però oggi non è un'alternativa. Come mai?
"Il Centrodestra esiste nel popolo e nella nazione, è maggioranza del Paese. Però non esiste in questo momento politicamente. O meglio, esiste solo nella volontà della Meloni che è rimasta l’unica a crederci veramente con caparbietà. L'unico leader del vecchio Centrodestra che vorrebbe di nuovo la coalizione unita, in questo momento, è Giorgia".

Berlusconi che cosa vuole e che ruolo sta giocando?
"Per ora vuole salvare ancora per un po' Forza Italia. Ma tanto quanto Salvini e la Meloni lo considerano ormai il passato, tanto lui, secondo me, rimpiange il Nazareno".

Quanto cade il governo?
"Quando lo deciderà Salvini".

Ovvero?
"Del tutto imprevedibile, lui annusa l’aria del Paese ogni giorno e quando sentirà che è il momento, lo farà. Senza pensarci un secondo".