Politica
Col Green Pass crollano le vaccinazioni, il grafico che atterra il governo
L’introduzione del Green Pass in Italia spinge a vaccinarsi? Non proprio, guardando i dati. Ad ogni nuovo Green Pass le vaccinazioni crollano. IL GRAFICO
“L’introduzione del Green Pass in Italia spinge a vaccinarsi, funziona e convince indecisi e contrari”. Questo in soldoni il refrain ripetuto a canali tv unificati e sui giornali. Ma cosa dicono davvero i dati? E’ questa la realtà dei fatti o siamo, come spesso è accaduto durante la pandemia, solo in una narrazione pro governo?
Abbiamo acquisito il grafico con i numeri ufficiale di tutte le vaccinazioni anti Covid in Italia, prime dosi, seconde e monodosi, e lo abbiamo incrociato con le date dell’approvazione dei vari decreti Green Pass e la loro entrata in vigore nel Paese.
Si nota che la vaccinazione in Italia cresce in modo sostenuto almeno fino al 17 giugno 2021, data di approvazione del Dpcm del governo che annuncia l’obbligatorietà del Green Pass per bar, ristoranti, musei, matrimoni e simili. E’ il cosiddetto primo Green Pass. Da quella data comincia gradualmente a frenare la crescita delle inoculazioni dei vaccini, iniziata il 9 febbraio dello stesso anno che procedeva senza cali. Più precisamente, dopo il 17 giugno è visibile un crollo repentino delle prime dosi inoculate che poi ricominciano pian piano a crescere ma decrescono le seconde dosi, restando, se confrontate all’avanzata fino al 17 giugno, entrambe sotto una soglia significativa.
Il 7 agosto, data di entrata in vigore del decreto sul primo Green Pass, la riduzione è sul grafico più che evidente, sia per le prime che per le seconde dosi. L'Italia ha superato la soglia del 50% di vaccinati circa a metà luglio.
La vaccinazione è ancora più bassa il 21 settembre data del Decreto legge n°127, "Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening", che associa il Green Pass al lavoro: senza il certificato verde ampie fasce di italiani non possono lavorare. E’ il cosiddetto super Green Pass. Il crollo è palese il 15 ottobre, data di entrata in vigore del provvedimento che viene anticipato e seguito dallo scatenamento, in tantissime città, di proteste sempre più vivaci.
Potrebbe essere fisiologico: il declino della vaccinazione coincide con il raggiungimento di certa soglia per poi tendere a decrescere, cioè è normale che con il passare dei mesi la quota di coloro che si vaccinano sia sempre minore. Ma dalla tabella è anche evidente che i Green Pass non servono a vaccinare di più, e la decrescita progressiva coincide con essi. Quasi che gli italiani, milioni non sono vaccinati, siano refrattari alle imposizioni, e considerando che ampie fasce di popolazione hanno accettato la vaccinazione per potersi ancora recare al lavoro. Di fatto comunque il Green Pass non funziona, creando oltretutto conflitti sociali sempre più aspri nel Paese: non è servito ad incentivare la vaccinazione di massa di cui tanto parlano governo e media.
Secondo il report del governo del premier Mario Draghi al 15 ottobre avrebbero completato la vaccinazione l’81% degli italiani dai 12 anni in su. Invece senza nessuna dose ci sarebbero intorno agli 8 milioni di abitanti (7.958.368 persone in età vaccinabile).
Sono circa 46 milioni le persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, un numero pari all’85,26% della platea vaccinabile.
Va comunque ricordato che l’obbligatorietà della certificazione verde è una cosa diversa dall’obbligo di vaccinazione. Ha diritto al Green Pass chi è vaccinato ai sieri anti Covid riconosciuti in Italia. Se una persona non è vaccinata per qualsiasi motivo può munirsi di Green Pass effettuando un tampone nei centri accreditati (ha validità 48 ore ed ha un costo di 15 euro standard a tampone) o se la persona si è curata recentemente dal Covid e riesce a provarlo.