Politica

Il nuovo scivolone del garante della Privacy: blocca ChatGpt e ci ridicolizza

Di Giuseppe Vatinno

Siamo stati i primi al mondo a bloccare il programma e la notizia ha permesso ancora una volta di conquistare per l’Italia il primato della inopportunità

Naturalmente la decisione presa sulla gestione dei dati non è la vera causa del blocco, centra poco o niente. Si tratta piuttosto della solita pruderie antitecnologica italiana che tanti danni ha portato al nostro Paese e sta continuando ad apportare facendoci perdere l’ennesimo treno della competitività.
Siamo certe che gli zelanti custodi della nostra identità digitale di Palazzo Venezia abbiano agito non per proteggerla, visto che tutti la conoscono, ma bensì per avere il quarto d’ora di notorietà garantito nella diatriba mondiale sulla opportunità di sviluppare ulteriormente una Intelligenza Artificiale ma questo non autorizza certo a bloccare la ricerca e soprattutto la fruizione utilizzando peraltro i soliti bizantinismi italiani. Non si ha il coraggio di contestare apertamente e allora si usano metodi subdoli.

Non spetta certo all’Authority per la Privacy occuparsi di questi problemi globali che vedono impegnata la comunità scientifica e tecnologica mondiale in un dibattito serrato ed infatti siamo stati il primo e finora unico Paese al mondo a prendere questa decisione che sa molto di antri oscuri e inquisizione medievale, sia pur digitale. Si vuole fermare la ricerca in maniera surrettizia e poco intelligente. Speriamo che il governo intervenga rapidamente a rimettere al posto le cose e visto che siamo in tempi di rinnovamento dell’Alta dirigenza statale si potrebbe pensare a rendere un po’ più moderna una istituzione che non è vista esattamente bene dai milioni di utenti italiani del web e che ora si trova al centro dell’ironia mondiale: i soliti italiani.