Politica

Imprese in ginocchio, De Masi: "Basta piangere, interessatevi di politica"

Di Giuseppe Vatinno

Per l'aspirante ideologo 5S, nonchè sociologo della Sinistra radical chic, il problema è che gli imprenditori devono diventare più attenti alla "cosa comune"

L’improvvida uscita e l'attivismo sospetto sono una mossa per accreditarsi uno strapuntino nel sottogoverno? Il commento 

To’ chi si rivede, Domenico De Masi.

Da qualche giorno il sociologo è sceso pienamente nell’agone elettorale e si sta facendo il giro dei talkshow e, soprattutto, è riapparso accanto a Giuseppe Conte.

Il sociologo radical chic della sinistra salottiera degli attichetti nei centri storici e delle tartine imburrate al salmone ha una visione sovietica del lavoro e da Myrta Merlino ne ha sparata un’altra delle sue.

C’era in studio una imprenditrice che possiede una pasticceria a Firenze a cui è arrivata una bolletta stratosferica che non le permette di andare più avanti.

La signora dice: "Ho deciso di chiudere il 30 ottobre perché così non possiamo andare avanti. È una cosa veramente esagerata, non ho il coraggio di aprire la bolletta di agosto", infatti la bolletta che Andreina Mancini ha ricevuto a luglio è stata di 10.242 euro.

Quindi continua: "Questo bar ha superato due guerre mondiali e la pandemia ma siamo riusciti ad andare avanti. Vorrei fare un appello ai politici e a tutte le associazioni di categoria per scendere in piazza. Il governo deve trovare una soluzione". 

De Masi, che era in agguato in studio, non si è fatto sfuggire l’occasione e lesto e ratto ha ribadito: "Mi pare del tutto assurdo che un’imprenditrice che ha nelle mani la sorte di 15 famiglie non sappia quasi nulla delle sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina e del rapporto che esiste tra le sanzioni e la sua situazione del negozio".

Ha poi continuato: "È il momento che anche gli imprenditori diventino più attenti a quello che avviene nella politica, perché la politica sembra enorme e planetaria, ma ha effetti immediati sulla nostra politica economica quotidiana e familiare".

Dunque per De Masi il problema è che gli imprenditori devono diventare più attenti ai problemi della politica planetaria invece di occuparsi di quisquilie e pinzillacchere come fa la signora.

Ma De Masi, che ha avuto da sempre le terga “a massa”, cioè ben vinavillate sulla poltrona universitaria senza contare il resto, ha presente cosa significa gestire una intrapresa commerciale?

Occorre lavorare duramente dalle 6 della mattina fino a sera e non c’è tempo come fa lui per crogiolarsi nelle meraviglie della sociologia filosofica e questo solo perché ha vinto un concorso in cui c’era la malsana idea del 18 politico che ha poi prodotto lo sfascio che vediamo nella società.

Ricordiamo sommessamente che De Masi è divenuto famoso in tutto il mondo -e particolarmente in Brasile- per la sua grande idea dell’”ozio creativo” che i meno informati interpretano banalmente come fancazzismo.

L’improvvida uscita, dicevamo, fa il paio con le epifanie recenti vicino a Conte.

Come è noto, De Masi sono anni che cerca di accreditarsi come “ideologo” dei Cinque Stelle ma con scarsissimi risultati visto che spesso litiga proprio con Beppe Grillo.

Ora questo attivismo è sospetto perché se De Masi si muove vuol dire che, pur non essendo candidato, qualcosina si aspetta, magari uno strapuntino nel sottogoverno. Come diceva Giulio Andreotti? A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si prende…