Politica
Italicum, il governo mette la fiducia. Fi: "No al fascismo renziano"
La maggioranza tira dritto sull'Italicum. "Ci prendiamo le nostre responsabilita' senza paura", scrive Matteo Renzi su twitter. Bocciate le pregiudiziali di costituzionalita', il ministro per le riforme Maria Elena Boschi ha posto nell'Aula della Camera la questione di fiducia sulla riforma della legge elettorale. A votarla, riferiscono fonti parlamentari del Pd, dovrebbe essere anche la minoranza del partito, tranne alcuni esponenti. Questa sera si dovrebbe riunire Area riformista per cercare una linea univoca: si' alla fiducia, ma 'liberta' di coscienza' sul voto finale.
"Non assicuro che tutti si uniformeranno su questa posizione, ma questa e' la strada che vogliamo portare avanti. Non ci dovra' essere pero' una camicia di forza sul voto finale. Dobbiamo essere in grado di poter esprimere in qualche modo il nostro dissenso", avvertono le stesse fonti. Nel partito di Largo del Nazareno a votare no alla fiducia dovrebbero essere, per esempio, Alfredo D'Attorre, Pippo Civati, che intanto lo ha annunciato su Twitter, e Stefano Fassina. "Oggi si celebra il funerale della democrazia", e' la critica di Sel con i deputati che hanno lanciato crisantemi in Aula. "Non consentiremo che quest'Aula diventi un bivacco di manipoli renziani, non consentiremo il fascismo renziano", dice Renato Brunetta anche se i fittiani lo criticano per aver chiesto il voto segreto sulle pregiudiziali. "Fascisti, miserabili", urlano i pentastellati. "La corda non si puo' tirare troppo", grida Ignazio La Russa (Fdi). "Basta forzature indegne", dicono dalla Lega.
Con uno scarto di 175 voti, la maggioranza ha comunque superato indenne il primo banco di prova sull'Italicum, potendo disporre anche di un 'soccorso' da parte di 4 deputati. L'orientamento e' quello ora di andare avanti e di votare ad oltranza. "Facciamo un passo alla volta", dice il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. "Noi ci siamo impegnati a fare le riforme e se non riusciamo a farle e' giusto anche che andiamo dal presidente della Repubblica a dire qual e' la situazione", ha detto questa mattina il vicesegretario dem Debora Serracchiani. Il voto finale sul provvedimento in ogni caso dovrebbe arrivare ai primi di maggio.
La prossima settimana potrebbe essere completato l'organico del governo: e' possibile infatti che la nomina del ministro agli Affari regionali avvenga prima delle prossime elezioni. Dopo l'Italicum in calendario c'e' l'esame della riforma della scuola (il governo potrebbe poi con un decreto risolvere la grana delle assunzioni dei precari) e la questione delle unioni civili (il termine per gli emendamenti e' fissato per il 7 maggio ma il voto finale ci sara' dopo le Regionali). Ma anche su questo tema le posizioni all'interno del Pd si sono avvicinate. La settimana scorsa c'e' stato un incontro, al quale hanno partecipato rappresentanti laici e cattolici del partito: l'accordo - riferiscono fonti parlamentari del Pd - prevede l'eliminazione dal testo della cosiddetta stepchild adoption. "Per quanto riguarda le adozioni credo - spiegava alcuni giorni fa Fioroni - che la centralita' spetti al minore e al suo diritto naturale di avere un padre e una madre".
"Scempio #fiducia Italicum: nessun segnale da Mattarella Dopo moniti di Napolitano, l'estrema unzione silenziosa del Quirinale". Cosi' Beppe Grillo su twitter. Grillo conclude citando l'urlo di battaglia utilizzato nell'era fascista "Eia eia eia, alala'". "Alla Camera e' emergenza democratica! La Boldrini non muove un dito! Guardate cosa sta succedendo. Accadde solo ai tempi del fascismo". Lo ha scritto Beppe Grillo su facebook. Ed ancora: "La fiducia su Italicum non e' normale: e' fascismo!".
INSIGHT: RENZI TEME LA "TRAPPOLA" DELLA MINORANZA PD - Qualcosa non torna, ha pensato il premier vedendo una netta maggioranza a suo favore nelle prime votazioni alla Camera sulla legge elettorale. Il timore di Matteo Renzi è che le minoranze dem abbiamo votato insieme ai renziani in modo da far pensare al capo del governo che tutto fosse tranquillo (e quindi la fiducia non fosse necessaria) per poi scatenare la battaglia sugli emendamenti tentando di farne passare almeno uno per rispedire l'Italicum a Palazzo Madama e dare così uno schiaffo al presidente del Consiglio. Renzi ha intuito il possibile "gioco" della sinistra Pd e ha deciso di mettere comunque la tripla fiducia sul testo di riforma elettorale, eliminando così tutti i voti segreti e non sugli emendamenti (circa 140). A questo punto, per il governo resta soltanto lo scoglio del voto finale, che sarà segreto, sul quale però difficilmente la sinistra Pd potrà trovare i numeri e il coraggio per bocciare l'Italicum.