Cronache
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Caso Emanuela Orlandi, la strana storia della cassetta audio
La vicenda di Emanuela Orlandi è molto complessa e non ci sono fatti nuovi quanto piuttosto una riedizione di fatti vecchi tendenti a rafforzare specifiche interpretazioni. Le piste seguite sono sostanzialmente due: quella della pedofilia in Vaticano e quella politica, legata all’attentato al Papa Giovanni Paolo II.
Come è noto il fratello Pietro Orlandi propende più per la pista pedofila e quindi tutto verte su una cassetta audio la cui storia è vecchissima ma riemerge puntualmente, anche grazie a “Chi l’ha visto” che ne ha tenuta viva la memoria nel tempo e anche recentemente l’ha riproposta. La Orlandi, ricordiamolo, è una cittadina vaticana scomparsa a 15 anni, il 22 giugno del 1983 a Roma. Il 17 luglio fu fatta ritrovare vicino al Quirinale, con una telefonata anonima, una cassetta audio al padre Ercole Orlandi e allo zio di Emanuela facendo sapere che già una prima era stata lasciata in Vaticano ma era stata prelevata dai funzionari pontifici. La cassetta è invero particolare.
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Quella più nota contiene una sequenza di qualche minuto in cui si sente una ragazza lamentarsi ed ansimare. L’ipotesi che è stata fatta è che si tratti di spezzoni di film porno montati ad arte per depistare, ma non tutti sono d’accordo e potrebbe essere anche vera. Esistono tre trascrizioni del parlato di diversa lunghezza corrispondente alle diverse versioni: in una prima c’è un accento turco, nel secondo solo italiano e in una terza non ci sono più le tre voci maschili.
C’è da dire che l’audio è molto disturbato, ma le moderne tecniche hanno permesso di renderlo molto più chiaro dell’originale. A suo tempo la cassetta fu fatta sentire dalla Digos al padre che riconobbe la voce della figlia. Qualche giorno dopo i funzionari gli telefonarono dicendo che tutto era risolto e si trattava di spezzoni di un film porno. Il padre si tranquillizzò. Nel 2016 il fratello comincia a cercarla in procura tuttavia non trova l’originale ma solo cd di varie lunghezze e in una ci sono solo le voci femminili più pulite. C’è una frase finale che è chiarissima: “mi lasci dormire” in cui il fratello ribadisce di riconoscere la voce della sorella. Il fratello poi ha trovato documenti del Sismi che riportano invece la conclusione opposta e cioè che con altissima probabilità la voce sia quella della ragazza scomparsa.