Politica

La comunicazione aggressiva danneggia i politici. I nomi dei più 'soft' che l'hanno capito. Da Tajani a Urso, da Romeo a...

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

Svolta "mindful”. E basta con i messaggi aggressivi-contrappositori

Un atteggiamento più “mindful” nella comunicazione politica non è facile. Richiede un cambiamento culturale e una nuova consapevolezza da parte dei leader

Negli ultimi anni, la comunicazione politica è diventata sempre più aggressiva. I leader politici sembrano impegnati in una continua battaglia per evidenziare gli errori dei loro avversari, marcare le differenze e attaccare i concorrenti. Questo stile polemico e conflittuale è considerato la norma, ma perché si è arrivati a questo punto? E non sarebbe forse meglio tornare a una comunicazione più tranquilla, empatica e rassicurante?

L’aggressività, nella comunicazione politica, può essere attribuita a diversi fattori. Innanzitutto, i media e i social network hanno amplificato la visibilità dei conflitti. Le notizie sensazionalistiche e i dibattiti accesi attirano più attenzione e generano più interazioni rispetto ai discorsi pacati e riflessivi. Inoltre, in un contesto di crescente polarizzazione politica, i leader sentono la necessità di distinguersi nettamente dai loro avversari per consolidare il proprio elettorato.

Esiste però un’alternativa all’aggressività: la comunicazione assertiva. Essere assertivi significa esprimere le proprie idee e i propri progetti con chiarezza e rispetto, senza cadere nella trappola dell’aggressività. Un leader assertivo non impone, ma ispira, creando un dialogo costruttivo e ascoltando attivamente le opinioni altrui. Questo approccio riduce i conflitti e favorisce un clima di fiducia e di collaborazione.

Le persone sono già abbastanza stressate nella loro vita quotidiana. Prima la pandemia, poi le guerre, le crisi economiche e le incertezze globali hanno aumentato il livello di ansia e di preoccupazione di ciascuno di noi. In questo contesto, una comunicazione politica più serena e rassicurante potrebbe rispondere meglio ai bisogni della popolazione. In realtà, i cittadini desiderano leader che trasmettano calma, fiducia e stabilità, piuttosto che ulteriori fonti di stress.

D’altro canto, adottare oggi un atteggiamento più “mindful” nella comunicazione politica non è facile. Richiede un cambiamento culturale e una nuova consapevolezza da parte dei leader. Tuttavia, i benefici di un approccio più empatico e rassicurante sarebbero notevoli: il miglioramento del clima politico e la promozione di una  società più coesa e serena.

C’è in Italia qualche esempio di esponente politico cha ha avuto successo attraverso un approccio davvero “morbido”, consapevole ed ecumenico (mindful)? Ebbene sì, c’è. Si tratta però di un esponente locale, non nazionale. Stiamo parlando di Toni Matterelli, sindaco di Mesagne, una cittadina di 26 mila abitanti in provincia di Brindisi. Un sondaggio di Yoodata aveva attribuito a Mattarelli un livello di fiducia pari al 95%, un valore assolutamente eccezionale. Le elezioni amministrative di giugno 2024 hanno poi confermato il dato: Mattarelli ha vinto con l’incredibile percentuale del 95%. A lui andrebbe dunque un ipotetico premio come il personaggio politico più “mindful” dell’Italia di oggi.

C’è qualche leader nazionale che sta dimostrando di lavorare più sulla “comunicazione mindful” che su quella aggressivo-contrappositoria? In ordine sparso, possiamo citare Antonio Tajani (FI), Alfonso Urso (FdI), Massimiliano Romeo (Lega), Stefano Bonaccini e Carlo Nardella (Pd), Carlo Calenda (Azione). Ma, nel complesso, la grande politica nazionale appare ancora arroccata prevalentemente sul modello della comunicazione contrappositoria.

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