Politica

La doppia morale della sinistra fece nascere Silvio e oggi i leghisti stellati

Giuseppe Diego Vernaleone

La seconda e la terza Repubblica hanno gli stessi genitori: giustizialismo e populismo. Con Tangentopoli sparì l’ex Pci e la destra finiana, oggi rischia il Pd

Dal 1992 al 1994 qualcuno pensò di poter conquistare il potere grazie a tangentopoli ma  “rimase fesso”. Con l’avvento di Berlusconi, che sino alla sua discesa in campo non fu “attenzionato” dalla magistratura pur se l’attività inquisitoria nei due anni precedenti si occupò di tutti, cambia tutto e la sinistra giustizialista (ex Pci) segnò sin dal nuovo nome, si vollero chiamare “la cosa”, la confusione politico/programmatica. A fare il paio l’ex msi ma questo, riciclato dalla strategia di Arcore, salì sul “carro del buongoverno” pur non essendone capace. La sinistra ebbe la meglio solo grazie ad ex democristiani alla Romano Prodi ma perse sempre con propri candidati.

Terminata la spinta giustizialista, che dal ‘94 ebbe interesse quasi unicamente per l’ex cavaliere, si spense anche il bellimbusto di provincia mentre il Signore di Arcore reggeva le sorti di un europeismo/globalista che distrusse i maggiori sponsor ma poi azzoppo anche l’ex Premier quando fu l’unico a porre la questione dell’Italia Mediterranea. Qualche decennio prima qualcun altro, Craxi, si contrappose all’asse franco/germanico ribadendo il ruolo centrale del nostro Paese e fu mandato a morire in terra di Tunisia così come Berlusconi fu costretto a mollare il Governo. Il tutto perché qualcuno, per destabilizzare il mondo rivitalizzando la guerra di religione, si inventò la “rivoluzione di Primavera” dei paesi del Nord Africa. Dal 1992 ad oggi si può azzardare un filo di continuità contro l’Italia e per un’Europa da controllare ma come nel ‘94 arrivò l’uomo di Arcore, ora inaspettatamente sono giunti i “leghisti stellati”.

Salvini ha una doppia strategia con il dire no ai clandestini come d’altronde fece il Governo Prodi con il ministro all’Interno Napolitano alla fine degli anni ‘90 (in questa occasione nessuno si allertò per la “disumanità”). Una strategia interna ed una esterna. La prima dare subito un segnale all’elettorato considerate alcune difficoltà sulle promesse economiche, la seconda opporsi immediatamente alla strategia internazionale anti Italia e non farlo, dopo, con il rischio di esser il Ministro di un governo logoro. Il populismo ed il cappio della seconda repubblica pur se hanno avviato l’ascesa  in primis del Msi/Alleanza Nazionale e della Lega bossiana sono stati gli elementi della loro sconfitta non avendo una strategia ma basandosi solo sulla pancia del popolo.

Oggi lo stesso rischio lo corrono il Pd, che come disse Nanni Moretti “non dice nulla di sinistra” lasciando oggi ad altri la difesa delle fasce deboli per occuparsi “dell’immigrazione cooperativistica”, ed i 5 Stelle che sono nelle mani di Salvini per un debole Di Maio conscio che se il piatto dovesse saltare, salterebbe lui per primo visto gli errori nei 90 che hanno preceduto la nascita di Conte. I 5 stelle ostaggio di Salvini ma questo, giocando su due piatti, quello governativo e quello di coalizione esterna (continui i messaggi a Berlusconi e Meloni), è l’unico ad aver una prospettiva rispetto al solo populismo (non è un modo per criticare i grillini) che, come prima ricordato, ha sempre ammazzato i maggiori interpreti dello stesso perché gli Italiani hanno, da sempre, avuto la “lucidità” di votare con la pancia ma poi volerla anche riempire.