Politica
Lega, così accelera sull'autonomia. Quella telefonata di Zaia a Salvini
Il Carroccio non può accettare il rinvio di mesi sul federalismo
Di Alberto Maggi
Nella cena di ieri sera a Palazzo Chigi Matteo Salvini è stato chiaro. A Giuseppe Conte e Luigi Di Maio ha detto senza mezzi termini: "Ora l'autonomia, non ci fermiamo". Va bene lo slittamento di quindici giorni per l'ok alla legittima difesa, che dovrebbe essere approvata entro fine marzo anziché entro il giorno del compleanno del ministro del ministro dell'Interno, il 9 marzo, ma sul federalismo - che resta nel DNA della Lega - non si scherza. Anche perché, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, i due Governatori leghisti direttamente interessati, Luca Zaia e Attilio Fontana, hanno manifestato non poche preoccupazioni per i tempi dell'autonomia.
In particolare il presidente della Regione Veneto, dopo aver sentito Salvini affermare che l'iter verrà sicuramente completato entro fine anno, ha telefonato al segretario segretario del Carroccio manifestando il proprio timore, visto che solo poco prima di Natale lo stesso Salvini aveva parlato di entrata in vigore entro la fine dell'inverno. "Non possiamo accettare continui rinvii, i miei non li tengo più più. I veneti hanno votato e l'autonomia va portata a casa al più presto", si sarebbe sfogato Zaia. Da qui il cambio di passo di Salvini. D'altronde il Nord, Veneto e Lombardia in testa, restano il principale bacino elettorale del Carroccio nonostante le ottime performance al Centro-Sud. Magari non tutte le 23 materie chieste da Zaia e Fontana alla fine verranno trasferite da Roma alle Regioni, ma certamente su questo punto Salvini può aspettare mesi.