Lega, Salvini e Giorgetti sotto pressione. Gli sms di Zaia sul Dl Dignità...
Dl Dignità, Lega in fermento. Salvini tra due fuochi (Di Maio e la base del Carroccio)
"Di Maio non ha mai lavorato in vita sua". "Il Governo ci rovina". Le critiche durissime di Confindustria Veneto e di 600 industriali del Nord-Est al Dl Dignità hanno lasciato il segno nella maggioranza. La Lega sfiora o supera il 50% in Veneto, sua vera roccaforte, e non può permettersi di deludere la propria base, fatta soprattutto di imprenditori e artigiani. Ma il capo politico dei 5 Stelle ha detto senza mezzi termini che "dovranno passare sul mio corpo se vogliono bloccare il decreto". Ecco perché il via libera della Camera è slittato alla prossima settimana nel disperato tentativo di cercare una sintesi nella maggioranza e di evitare un clamoroso flop per il primo provvedimento dell'esecutivo in Parlamento. Il sottosegretario all'Economia Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova, sta trattando ininterrottamente con i grillini e ha anche preparato un dossier con numerose modifiche.
A spavantare Salvini e Giorgetti non sono le parole di Berlusconi, subito rintuzzate, quando il fermento della Liga Veneta. Il Governatore Luca Zaia è molto preoccupato e continua ad inviare sms e messaggi Whatsapp al leader del suo partito e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Non solo, indiscrezioni parlano di un possibile appello di almeno una trentina di parlamentari veneti della Lega - tra Camera e Senato - che potrebbero uscire allo scoperto chiedendo "significativi cambiamenti" al decreto o niente voto favorevole. Salvini e Giorgetti sono così finiti tra due fuochi. Finora Di Maio e i 5 Stelle hanno lasciato mano libera al ministro dell'Interno sui migranti ma si aspettano che il favore venga ricambiato sul Dl Dignità. La Lega però è pressata dalla sua base, soprattutto del Nord-Est, e cerca disperatamente una difficilissima mediazione.